Le dichiarazioni di Roberto Saviano sul processo a Matteo Salvini tornano alla ribalta dopo l’assoluzione dell’ex ministro dell’Interno nel caso Open Arms.
Un video che risale a otto mesi fa, rilanciato in questi giorni da Fratelli d’Italia, mostra lo scrittore Roberto Saviano affermare con sicurezza che l’ex ministro dell’Interno, Matteo Salvini, sarebbe stato condannato per il caso Open Arms. Nel filmato, Saviano dichiarava: “Matteo Salvini andrà in carcere con una condanna pesante dato che è accusato di sequestro di persona. E noi saremo lì ad assicurargli condizioni di detenzione dignitose.”
La realtà, però, ha preso una direzione opposta. Salvini è stato assolto con formula piena, “perché il fatto non sussiste”, lasciando Saviano in un silenzio che non è passato inosservato.
Dopo la sentenza, l’avvocato di Salvini, Giulia Bongiorno, ha chiarito alcuni aspetti del dibattimento in un’intervista al Corriere della Sera. In particolare, ha sottolineato un episodio significativo: “Agli atti c’è un video in cui i migranti esultano perché stanno per sbarcare e l’armatore dice che sono felici non perché stanno sbarcando, ma perché è caduto Salvini.”
Bongiorno ha inoltre sollevato interrogativi sulla gestione della nave Open Arms: “Perché, dopo aver fatto rifornimenti e con condizioni meteo migliorate, non torna al porto di bandiera? Perché non obbedisce all’ordine della Spagna di rientrare? Perché non accettare il trasbordo parziale dei migranti su navi spagnole e italiane?”
Secondo l’avvocato, la mancata obbedienza agli ordini delle autorità e le decisioni prese a bordo della nave rappresentano aspetti fondamentali del caso.
La sentenza ha chiuso il procedimento giudiziario contro Salvini, ma il caso Open Arms continua a sollevare questioni politiche e morali. Le dichiarazioni di Saviano, il silenzio che ne è seguito e le parole della difesa alimentano un dibattito più ampio sul ruolo delle Ong, sulla gestione dei migranti e sulle responsabilità politiche di queste scelte.
Il video virale, intanto, diventa un simbolo della polarizzazione che caratterizza il discorso pubblico in Italia, spingendo a riflettere sulle implicazioni di dichiarazioni forti e sulla necessità di confrontarsi sui fatti.