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Manovra 2025: pensione anticipata a 64 anni ma solo per 100 persone in tutta Italia

Nel 2025, solo 100 persone in tutta Italia potranno andare in pensione anticipata a 64 anni, con requisiti specifici e cumulabilità dei fondi contributivi.

I dettagli della norma sulla pensione anticipata

La nuova Manovra 2025 introduce una misura che consentirà a un numero ristretto di persone di lasciare il lavoro in anticipo. Secondo le stime della Ragioneria Generale dello Stato, nel primo anno saranno circa 100 i beneficiari di questa opportunità. Si tratta di una norma sperimentale, pensata per avviare gradualmente una riforma più ampia del sistema previdenziale.

Per accedere alla pensione anticipata, sarà necessario soddisfare alcuni requisiti fondamentali. Il primo riguarda l’età: il beneficiario deve aver compiuto almeno 64 anni. Inoltre, è obbligatorio aver maturato almeno 20 anni di contributi e rientrare interamente nel sistema contributivo. Una caratteristica innovativa della misura è la possibilità di integrare i contributi accumulati nel fondo pensione complementare, rendendo così più flessibile il raggiungimento dei criteri richiesti.

Questa gradualità nell’implementazione punta a monitorare attentamente l’impatto economico e sociale della misura. Il Governo prevede che il numero dei beneficiari aumenterà progressivamente, arrivando a coinvolgere circa 600 persone all’anno entro il 2030.

Un modello previdenziale più flessibile

La norma inserita nella Manovra rappresenta un passo verso una maggiore flessibilità del sistema pensionistico italiano. Il suo obiettivo principale è quello di rispondere alle esigenze di chi desidera anticipare l’uscita dal mondo del lavoro, purché disponga di risorse contributive sufficienti.

Secondo gli esperti, questa misura potrebbe favorire una maggiore integrazione tra il sistema pubblico e quello privato, in linea con modelli previdenziali adottati in altri Paesi. Tuttavia, resta da vedere quanto l’iniziativa potrà contribuire alla sostenibilità del sistema pensionistico nel lungo periodo.

Le proiezioni sul futuro della misura

Le stime attuali offrono una visione ottimistica sul potenziale successo della norma. Secondo quanto riportato da Il Messaggero, l’incremento graduale del numero di beneficiari fino al 2030 riflette l’intenzione di bilanciare le esigenze di flessibilità con la necessità di contenere i costi per il sistema previdenziale.

Rimane comunque aperto il dibattito sull’efficacia di questa soluzione. Gli effetti a lungo termine potranno essere valutati solo attraverso un’attenta analisi dell’evoluzione delle adesioni e delle proiezioni di sostenibilità finanziaria del sistema pensionistico.

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Claudia De Napoli