Il Presidente del Senato Ignazio La Russa ha risposto alle recenti critiche di Matteo Renzi, che lo aveva definito “una persona anziana” durante uno scontro in Aula. La Russa ha replicato con ironia:
“Auguro a Renzi di riuscire a crescere prima di raggiungere la mia età. Io sono cresciuto con gli anni, lui per ora sta calando.”
Lo scontro si era acceso su un tema tecnico e poco coinvolgente, la questione dei cachet dei parlamentari all’estero, ma ha assunto toni personali, culminando con il termine “camerata” rivolto a La Russa. Su questo, il Presidente ha dichiarato:
“Avrebbe potuto chiamarmi compagno o presidente. Sarebbe stato più corretto, ma possiamo perdonargli anche questa.”
La Russa ha elogiato il governo Meloni, sottolineando la stabilità e credibilità che ha saputo imprimere all’Italia nei tavoli internazionali:
“La Meloni è un Ronaldo o un Messi della politica. Non ne vedo altri in Europa al suo livello in questo momento.”
Ha attribuito il ruolo di vertice dell’Italia non solo alle capacità di Meloni, ma anche al confronto con un’Europa priva di leader di spicco.
Commentando le parole di Papa Francesco sull’amnistia, La Russa ha evidenziato la funzione educativa e retributiva del carcere:
“Se il carcere riesce a migliorare il condannato e a far pagare la sua colpa, non c’è bisogno di amnistia o indulto. Ma se non ci riusciamo, a volte è corretto rifugiarsi in questi strumenti.”
Con l’approssimarsi della fine dell’anno, La Russa ha dedicato auguri pungenti e ironici ai principali esponenti politici:
Sulla recente assoluzione di Matteo Salvini, La Russa ha affermato che il caso dimostra l’esistenza di magistrati capaci di correggere gli errori dei colleghi, pur riconoscendo che alcune correnti all’interno della magistratura possono influire negativamente:
“La separazione delle carriere è importante, ma meno del sorteggio per il CSM, che eliminerebbe i meccanismi correntizi.”
La Russa ha concluso ribadendo il suo impegno per mantenere l’imparzialità nel ruolo di Presidente del Senato, pur non rinunciando alla sua identità politica:
“Quando dirigo l’Aula sono imparziale. Fuori, mi trattengo. Faccio il 30% di quello che farei se non fossi presidente.”