2025, l’anno della sfida per i cattolici dem, pronti a dare il benservito a Elly Schlein ma arruolare Matteo Renzi
Il 2025 potrebbe rappresentare l’occasione per una rinascita dei cattolici democratici all’interno di un panorama politico italiano dominato dalle polarizzazioni tra destra e sinistra.
Il vuoto del centro nel Pd
La tradizione dei cattolici democratici, un tempo pilastro dell’Ulivo e della sinistra moderata, appare oggi marginalizzata. La trasformazione del Pd in una forza schierata su posizioni più radicali e vicine alla Cgil, insieme alla scelta di declinare molti temi economici e sociali in chiave redistributiva, ha allontanato l’area moderata. Questo approccio, definito da alcuni osservatori come una “quercia diessina”, ha lasciato scoperti temi cruciali come la crescita economica, il supporto alle imprese, i diritti della famiglia e il ruolo del terzo settore.
I cattolici democratici, da sempre attenti a conciliare economia e dimensione umana, si trovano oggi a fare i conti con l’assenza di una strategia condivisa e con la necessità di ritrovare un’identità autonoma, capace di incidere nel dibattito politico.
La sfida del “centro” per battere le destre
In un’Europa segnata dall’ascesa delle forze di destra, solo la Gran Bretagna ha resistito puntando su politiche moderate. In Italia, invece, la sinistra sembra concentrata sul “campo largo” con il Movimento 5 Stelle, un’alleanza che garantisce numeri più ampi ma che, secondo alcuni critici, penalizza il dialogo con le forze centriste.
La Schlein, segretaria del Pd, mantiene una strategia attendista, confidando che il consenso torni spontaneamente verso il suo partito. Tuttavia, l’approccio ambiguo su temi come la politica industriale, il rapporto con Stellantis e lo sviluppo economico potrebbe accentuare l’insoddisfazione di una parte dell’elettorato moderato.
Il risveglio dei cattolici democratici
Un segnale di rinnovato impegno arriva dalla decisione dei cattolici democratici del Pd di riunirsi a Milano il 18 gennaio. La presenza di figure storiche come Prodi, Delrio e Castagnetti potrebbe rappresentare il primo passo per ricostruire una forza centrista credibile e radicata nei valori della tradizione cattolico-democratica.
Parallelamente, la recente assoluzione di Matteo Renzi ha dato nuovo slancio a Italia Viva, che guarda con interesse al dialogo con i cattolici del Pd. Tuttavia, la costruzione di una proposta politica solida richiede una leadership capace di affrontare le sfide dei tempi moderni, compresa la necessità di misurarsi con la comunicazione e la politica dei social.
La sfida per il 2025
Il futuro dei cattolici democratici dipenderà dalla loro capacità di rinnovarsi senza tradire le proprie radici. Non basteranno richiami alla tradizione di De Gasperi, Fanfani e Moro: serviranno idee chiare, leadership forte e una visione moderna, capace di coniugare equità sociale e competitività economica.
In un contesto internazionale segnato da conflitti e da grandi sfide geopolitiche, i cattolici democratici devono dimostrare di essere all’altezza della loro eredità storica. La loro sopravvivenza politica dipenderà dalla capacità di tradurre le idee in consenso e di diventare nuovamente una forza capace di incidere sul destino del Paese.