Calenda critica la gestione della crisi automotive: “2025 rischia di essere peggiore del 2024, governo senza idee”
Ospite di Sky TG24 Start, il leader di Azione Carlo Calenda attacca la gestione del governo Meloni sul settore automotive e rilancia il dibattito su trasparenza e conflitti d’interesse.
Automotive: crisi senza soluzioni
Durante l’intervista, Carlo Calenda ha lanciato un duro monito sulla crisi del settore automotive in Italia, criticando l’operato del governo guidato da Giorgia Meloni. Secondo Calenda, il governo avrebbe dimostrato “inerzia” e “incuria” di fronte a una crisi che rischia di peggiorare ulteriormente nel 2025.
“La maggioranza non ha idee su quali soluzioni adottare di fronte alla crisi di un intero settore disintegrato a livello europeo da scelte incomprensibili”, ha dichiarato. Calenda ha criticato in particolare le promesse fatte dal ministro dello Sviluppo economico, definite “irrealistiche”. “Si è parlato di un accordo per produrre un milione di veicoli, ma senza alcun contatto con la realtà dei fatti”.
Il leader di Azione si è anche espresso in merito alle dichiarazioni di John Elkann, ribadendo il suo scetticismo verso le promesse di Stellantis. Tuttavia, ha precisato che l’azienda dovrà rispondere delle sue azioni quando Elkann sarà chiamato in Parlamento: “Lo incalzeremo, perché deve rendere conto direttamente ai cittadini e non può nascondersi dietro slogan”.
Apprezzamento per l’Ires premiale
Nonostante le critiche al governo, Calenda ha riconosciuto il valore dell’approvazione dell’Ires premiale, un provvedimento proposto da Azione. “Sono contento che sia stato approvato”, ha detto, definendolo “un concetto utile” per premiare gli imprenditori che reinvestono i profitti invece di distribuirli. Tuttavia, ha sottolineato che l’effetto positivo di questa misura non sarà sufficiente a contrastare il declino industriale del settore automotive, che da 21 mesi registra un calo significativo nella produzione.
Sostegno all’emendamento anti-Renzi
Calenda si è espresso anche sul cosiddetto “emendamento anti-Renzi”, volto a regolamentare i potenziali conflitti d’interesse dei parlamentari. “Non c’è nessun Paese occidentale in cui un parlamentare pagato dai cittadini svolge un lavoro per un Paese straniero”, ha dichiarato. Ha sottolineato l’importanza della trasparenza e della necessità di impedire che i parlamentari possano essere remunerati da Stati esteri: “È una questione di buon senso e di correttezza istituzionale”.
Un anno di sfide per il governo Meloni
Le dichiarazioni di Carlo Calenda evidenziano la necessità di affrontare temi cruciali come il rilancio dell’industria automobilistica e la trasparenza nella politica. Con un 2025 che si prospetta complesso, il dibattito sul futuro economico e politico del Paese resta al centro dell’agenda nazionale.