Dopo la diffusione dei video dell’inseguimento, Matteo Salvini si schiera con le Forze dell’Ordine. La Procura di Milano valuta il dolo eventuale.
Il vicepremier Matteo Salvini è intervenuto in difesa dei carabinieri coinvolti nella tragica morte di Ramy Elgaml, giovane deceduto durante un inseguimento a Milano. “Di fronte a un posto di blocco forzato, i carabinieri hanno fatto il loro dovere in una situazione ad alto rischio,” ha scritto Salvini sui social.
Il leader leghista ha espresso il suo sdegno verso chi critica le Forze dell’Ordine: “Spero ci sarà giustizia. Lasciatemi dire che provo sdegno verso chi, dalla mattina alla sera, getta fango sui nostri uomini in divisa.”
Alle parole di Salvini si sono aggiunte quelle dell’europarlamentare leghista Roberto Vannacci, che ha ribadito il suo sostegno alle Forze dell’Ordine: “Io mi schiero sempre dalla parte delle forze dell’ordine. Supportarli è una responsabilità non solo nei confronti del loro lavoro, ma anche dei cittadini stessi.”
Secondo Vannacci, fermare chi non rispetta un posto di blocco è necessario per garantire la sicurezza: “Una persona che non si ferma può costituire una minaccia.”
I video dell’inseguimento, diffusi da Tg3 e TgLa7, mostrano l’auto dei carabinieri che sperona la moto su cui viaggiavano Ramy Elgaml e l’amico Fares Bouzidi. Durante l’inseguimento si sentono i carabinieri imprecare e commentare: “Chiudilo che cade.”
Dopo la caduta, uno scambio radio registra un militare che risponde “bene” alla comunicazione che uno dei ragazzi è caduto. Tuttavia, in quel momento, non era ancora chiara la gravità della situazione.
Il padre di Ramy ha dichiarato fiducia nelle Forze dell’Ordine, pur criticando l’operato specifico dei militari coinvolti.
La Procura di Milano sta valutando l’ipotesi di omicidio volontario con dolo eventuale per il carabiniere alla guida, attualmente indagato per omicidio colposo stradale. Anche Fares Bouzidi, amico della vittima, è indagato per lo stesso reato.