Caso Almasri, l’accusa di Roberto Saviano: “Giorgia Meloni è alleata ai cartelli criminali libici”
Lo scrittore smonta il discorso della premier e accusa il governo di essere alleato dei trafficanti di esseri umani. “Hanno liberato un criminale e pagano l’estorsione con i fondi all’immigrazione”.
Saviano: “Meloni manipola i fatti per nascondere le sue responsabilità”
In un lungo video pubblicato sul suo canale YouTube, Roberto Saviano attacca frontalmente Giorgia Meloni e il suo governo per la gestione del caso Almasri, il generale libico accusato di crimini contro l’umanità, arrestato in Italia e poi rimpatriato con un volo di Stato.
“Giorgia Meloni è sotto estorsione. Sa benissimo di essere alleata ai cartelli criminali libici e risponde all’avviso di garanzia attaccando il procuratore, lanciando un messaggio intimidatorio mascherato da informazione.”
Secondo Saviano, la premier ha cercato di delegittimare il magistrato Francesco Lo Voi, definendolo “lo stesso del fallimentare processo a Salvini”, omettendo il suo ruolo nelle indagini su Cosa Nostra e le stragi di Capaci e via D’Amelio.
“Meloni non racconta chi è Lo Voi, perché sa che così può associarlo a un presunto complotto della sinistra. Ma la realtà è che Lo Voi ha perseguito assassini di mafia. Eppure, lei lo attacca per insinuare un sospetto, per manipolare i fatti.”
“L’Italia è sotto ricatto delle milizie libiche”
Saviano si sofferma su un punto cruciale: Almasri si sarebbe rifugiato in Italia sapendo di poter contare sulla protezione del governo italiano.
“Quando Almasri capisce che la situazione in Europa diventa complicata, si rifugia in Italia. Perché? Perché sa che l’Italia è ricattata dalle milizie libiche. Sa che qui sarà protetto.”
Per Saviano, il governo ha costruito un meccanismo per consentire ad Almasri di scappare, orchestrando la sua scarcerazione e il successivo rimpatrio.
“La magistratura è sotto scacco del potere politico. La Corte d’Appello di Torino trova un cavillo per scarcerarlo, la responsabilità viene attribuita ai giudici, ma in realtà tutto è stato architettato per liberarlo.”
Secondo lo scrittore, il governo Meloni avrebbe agito su pressioni dirette delle milizie libiche, che in cambio avrebbero garantito il contenimento dei flussi migratori.
“Hanno liberato un criminale per proteggersi, per non subire ritorsioni. È una vera e propria estorsione, un patto sporco per salvaguardare l’alleanza con chi gestisce il traffico di esseri umani.”
“Pagano l’estorsione con i fondi destinati alla Libia”
Saviano denuncia il flusso di denaro che l’Italia continua a inviare in Libia, finanziamenti teoricamente destinati al controllo dell’immigrazione.
“La mafia libica non solo ha carta bianca, ma viene finanziata direttamente dall’Italia. I soldi destinati al controllo dei migranti finiscono nelle mani di chi gestisce la tratta.”
Secondo l’analisi di Saviano, il governo Meloni non solo non ha cambiato nulla rispetto ai governi precedenti, ma avrebbe addirittura rafforzato il legame con i trafficanti.
“Si sono venduti ai trafficanti, esattamente come hanno sempre fatto. Solo che adesso lo fanno urlando di essere ‘contro l’immigrazione’ mentre finanziano chi gestisce i barconi.”
“Meloni è sotto ricatto e l’Italia è complice”
L’accusa finale di Saviano è pesantissima: Giorgia Meloni sarebbe completamente ricattabile e il suo governo pagherebbe l’estorsione direttamente alla mafia libica.
“Meloni non sta migliorando l’Italia, la sta peggiorando drammaticamente. La sua politica sull’immigrazione è un fallimento e di questo, presto, se ne accorgeranno tutti.”
Lo scrittore invita a guardare oltre la propaganda, sostenendo che dietro le parole della premier si nasconda una “alleanza criminale tra il governo italiano e le milizie libiche”.
“Hanno protetto un criminale, hanno costruito la sua fuga e continuano a inviare fondi a chi gestisce il traffico di esseri umani. Questa è la vera realtà che Meloni cerca di nascondere.”
Uno scontro destinato a intensificarsi
Le parole di Saviano arrivano in un momento di grande tensione politica: il governo è sotto accusa per il caso Almasri e la premier ha deciso di reagire con un attacco frontale alla magistratura.
Le prossime settimane saranno cruciali per capire se l’inchiesta della Procura di Roma porterà a sviluppi giudiziari concreti e se le accuse di Saviano troveranno conferme nei fatti.