Tavola rotonda su “Due anni di governo Meloni”: l’ipotesi di Luigi Bisignani, “Giorgia farà cadere il governo per puntare al 51%”
Si è tenuta a Milano, a Palazzo Castiglioni, la quarta tavola rotonda dell’ottava edizione de “La Ripartenza, liberi di pensare”, l’evento organizzato dal vicedirettore de Il Giornale, Nicola Porro. Il tema centrale del panel è stato un’analisi sui due anni di governo Meloni, con uno sguardo alle prossime sfide. A confrontarsi sul palco quattro noti giornalisti: Alessandro Sallusti, Mario Giordano, Luigi Bisignani e Annalisa Chirico.
L’incontro è stato aperto da un intervento in videocollegamento della premier Giorgia Meloni, che ha sottolineato i risultati ottenuti dal suo esecutivo e ribadito la volontà di portare avanti la riforma della giustizia, definendola “un passaggio cruciale per il futuro del Paese”.
Luigi Bisignani: “Meloni dovrebbe andare alle elezioni anticipate e puntare al 51%”
L’intervento più provocatorio è stato quello di Luigi Bisignani, che ha lanciato un’ipotesi destinata a far discutere:
“Meloni dovrebbe andare alle elezioni anticipate. Il Parlamento è paralizzato, non si riesce a fare neanche il presidente della Rai. La Meloni stravincerebbe e prenderebbe il 51%: così potrebbe fare la riforma della giustizia e il premierato.”
Bisignani ha elogiato la leadership della premier, affermando che “può diventare la nuova Angela Merkel”, ma ha anche criticato l’operato dei suoi ministri:
“Meloni è molto più avanti rispetto a tutti i suoi ministri, il problema è che questo governo non funziona, basta guardare al caso Almasri”.
Alessandro Sallusti: “Elezioni solo quando si può eleggere un presidente della Repubblica di centrodestra”
Alessandro Sallusti, direttore de Il Giornale, ha invece frenato sulla possibilità di elezioni anticipate, sostenendo che la Meloni dovrebbe restare in carica fino al 2029, puntando piuttosto a un obiettivo storico per il centrodestra:
“Bisogna andare a votare quando si è certi di vincere ed eleggere, per la prima volta, un presidente della Repubblica di centrodestra. Non abbiamo mai avuto un presidente garante delle nostre idee. Anche se siamo formalmente una Repubblica parlamentare, siamo sempre stati una Repubblica presidenziale nei fatti.”
Sallusti ha quindi suggerito a Meloni di consolidare il suo potere e attendere il momento giusto prima di tornare alle urne.
Mario Giordano: “Meloni forte all’estero, ma gli italiani aspettano i risultati”
Anche Mario Giordano, giornalista e conduttore di Fuori dal Coro, ha espresso riserve su alcuni aspetti del governo Meloni, pur riconoscendole grandi meriti a livello internazionale:
“Il governo ha ribaltato i pronostici iniziali. A livello internazionale Meloni ha avuto grandi meriti, è indiscutibile. Ma ai grandi successi all’estero deve seguire qualcosa che ricada sui cittadini. Da questo punto di vista c’è ancora tanto lavoro da fare.”
Giordano ha citato alcuni punti critici, tra cui sicurezza, rimpatri e occupazioni abusive:
- Sicurezza e immigrazione: “È vero che gli sbarchi sono diminuiti, ma la sicurezza è quella che è. Io di rimpatri non ne ho visti, e questo mi dispiace.”
- Case occupate e liste d’attesa nella sanità: “Mi occupo di abusivi, un tema sensibile per il governo. Hanno infilato un provvedimento limitato nel decreto sicurezza, ma non è stato ancora approvato. E per le liste d’attesa, le Regioni se ne infischiano della legge del ministro Schillaci.”
Giordano ha quindi sottolineato la necessità di un’azione più incisiva sui problemi quotidiani degli italiani.
Annalisa Chirico: “La riforma della giustizia è la priorità”
La giornalista Annalisa Chirico ha messo al centro del dibattito la riforma della giustizia, sostenendo che l’operato della magistratura nei confronti di Giorgia Meloni confermi l’urgenza di una revisione del sistema giudiziario:
“Se un premier si trova con una comunicazione che le notifica l’iscrizione nel registro degli indagati per aver gestito una vicenda di sicurezza internazionale, allora domani potrei scrivere anch’io al procuratore Lo Voi per far indagare un altro ministro.”
Chirico ha ricordato che negli ultimi 30 anni, 7 presidenti del Consiglio su 12 hanno ricevuto un avviso di garanzia, sottolineando il bisogno di una riforma che garantisca maggiore equilibrio tra potere politico e magistratura:
“La giustizia non può essere utilizzata come uno strumento politico. La separazione delle carriere è una necessità per il Paese.”
Conclusioni: tra ipotesi di voto anticipato e necessità di riforme
Dalla tavola rotonda emerge un quadro chiaro: Meloni gode di un consenso stabile, ma il suo governo è chiamato a tradurre il successo internazionale in risultati concreti per gli italiani.
I quattro giornalisti hanno individuato tre grandi sfide per il premier:
La riforma della giustizia → Prioritaria per garantire un sistema più equo.
Le politiche interne → Dalla sicurezza alle case popolari, serve maggiore incisività.
Il timing delle elezioni → C’è chi punta su elezioni anticipate per rafforzare il potere di Meloni, e chi invece invita alla prudenza per aspettare il momento giusto e conquistare il Quirinale.
Mentre Bisignani vede nel voto anticipato la chiave per ottenere una maggioranza schiacciante, Sallusti e Giordano invitano Meloni a consolidare il suo potere e concentrarsi su riforme concrete.
L’unico punto su cui tutti concordano? La giustizia va riformata. E va fatto al più presto.