Caso Almasri, Meloni difende la sua posizione: “Indagine è un danno per l’Italia”
La questione che coinvolge Giorgia Meloni e l’indagine sul caso del generale libico Almasri continua a suscitare polemiche politiche.
La premier ha espresso il suo disappunto durante l’evento La ripartenza organizzato da Nicola Porro, definendo l’indagine un “danno per la nazione”. Il caso riguarda l’arresto, la liberazione e il successivo rimpatrio in Libia del generale Almasri su un volo di Stato. Meloni ha accusato l’inchiesta di essere “chiaramente voluta” e ha fatto riferimento alla discrezionalità delle Procure in simili casi, ricordando come in passato siano state archiviate numerose denunce contro le istituzioni senza procedere.
La lamentela di Meloni: un danno all’immagine dell’Italia
Meloni ha sottolineato la difficoltà di gestire la situazione, specialmente all’estero, dove la notizia dell’indagine è stata ripresa da testate internazionali come il Financial Times, dando una visione distorta della realtà politica italiana. La premier ha dichiarato: “In Italia i cittadini capiscono perfettamente cosa sta accadendo, ma all’estero non è la stessa cosa”, lamentando il danno che questa vicenda sta causando alle opportunità economiche dell’Italia. Nonostante ciò, ha ribadito di non essere “preoccupata” né “demoralizzata”, avendo accettato di affrontare le difficoltà politiche fin dal suo insediamento.
L’attacco alla magistratura
Il discorso di Meloni si è allargato a una critica più ampia al ruolo della magistratura, accusata di “voler governare” e di agire al di fuori dei propri compiti istituzionali. La premier ha lamentato il comportamento di alcuni giudici politicizzati, sottolineando che, mentre i politici sono responsabili di fronte agli elettori, i giudici non subiscono le stesse conseguenze. Ha infine invitato i magistrati ad entrare in politica se vogliono governare, ma non a sostituirsi al potere politico.
Le reazioni delle opposizioni
Le critiche alla posizione di Meloni sono arrivate principalmente dalle opposizioni. Elly Schlein, segretaria del PD, ha accusato la premier di alzare il livello dello scontro con i magistrati per evitare di affrontare il “merito della questione”, cioè la decisione di riportare in Libia un individuo accusato di torture. Giuseppe Conte, leader del M5S, ha invece criticato il danno d’immagine causato dalla vicenda, ricordando come in passato anche Fratelli d’Italia avesse intrapreso azioni legali contro il suo governo per esposti e fake news. Riccardo Magi, di +Europa, ha parlato di “deliri di onnipotenza” da parte della premier.