Bruno Vespa non si trattiene e il Pd lo attacca: “Portavoce ufficiale di Palazzo Chigi”
L’ultima dichiarazione di Bruno Vespa nel suo programma televisivo “Cinque Minuti” ha scatenato una serie di reazioni tra le fila dell’opposizione, con il Partito Democratico in prima linea. Il giornalista, noto conduttore di Porta a Porta, ha commentato il caso del cittadino libico Amasri, attirando pesanti critiche per le sue parole.
La reazione del Partito Democratico
Durante l’episodio di giovedì 30 gennaio, Bruno Vespa ha fatto riferimento a situazioni delicate che coinvolgono la sicurezza nazionale, parlando di come ogni stato compia azioni complesse e a volte controverse per garantirla, includendo la possibilità di trattare anche con “torturatori”. La sua osservazione ha suscitato un’ondata di indignazione tra le forze politiche di opposizione, con il Partito Democratico che ha immediatamente attaccato il conduttore, accusandolo di fare da “portavoce ufficiale di Palazzo Chigi”.
Sandro Ruotolo, responsabile dell’Informazione del Pd, ha parlato di un’uscita “incredibile”, accusando Vespa di superare ogni limite nella sua difesa del governo. “Altro che terza Camera”, ha dichiarato Ruotolo, “è diventato il portavoce ufficiale del governo”. La critica si è concentrata sul fatto che Vespa sembra aver preso una posizione troppo vicina all’esecutivo, dimenticando la necessità di mantenere una distanza imparziale da ogni organo di governo.
La posizione di Matteo Renzi
Anche Matteo Renzi, leader di Italia Viva, ha commentato duramente l’intervento di Vespa. Il senatore ha sottolineato come il governo, pur avendo deciso di non informare il Parlamento sulla vicenda di Amasri, abbia continuato a difendersi pubblicamente attraverso canali informali e talk show, come quello condotto dallo stesso Vespa. Renzi ha denunciato un’ulteriore forma di evasione dal confronto istituzionale, in cui il governo preferisce lanciare dichiarazioni su piattaforme amiche piuttosto che affrontare direttamente il Parlamento.
Il leader di Italia Viva ha messo in evidenza come questa dinamica possa rappresentare un pericoloso precedente per il dibattito pubblico e democratico in Italia. Secondo Renzi, il dibattito pubblico si sta polarizzando, non più nelle sedi istituzionali, ma in trasmissioni televisive che spesso danno spazio solo alle voci più vicine al governo o all’opposizione. La denuncia riguarda anche l’atteggiamento del governo nei confronti delle interrogazioni parlamentari, spesso ignorate o non trattate adeguatamente.
Con la crescente tensione tra governo e opposizione, il caso di Amasri continua a sollevare polemiche e a dividere l’opinione pubblica. La mancata discussione in Parlamento sta alimentando la sensazione che il governo stia cercando di eludere il confronto democratico, aumentando così le frustrazioni tra chi chiede maggiore trasparenza.