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Giuseppe Conte critica il Pd: “Astenersi sul riarmo europeo è incomprensibile”

Il leader del M5S attacca i dem dopo la spaccatura in Ue: “Von der Leyen spreca 800 miliardi in armi e il Pd cosa fa? Non si pronuncia”

Nel pieno delle polemiche sul Piano Rearm Europe, che ha spaccato il Partito Democratico nel voto al Parlamento Europeo, arriva la stoccata di Giuseppe Conte. Intervenendo alla trasmissione Il Rosso e il Nero su Radio Rai Uno, il presidente del Movimento 5 Stelle ha espresso forti critiche alla scelta del Pd di astenersi, definendola “incomprensibile”.

“Ieri abbiamo visto un Pd che si è diviso in Ue, un partito in forte difficoltà. Francamente posso parlare della mia coerenza, oggi non mi sento di andare in casa altrui a fare considerazioni. Ma l’astensione è la cosa più incomprensibile”, ha dichiarato l’ex premier.

Secondo Conte, la risoluzione di Ursula von der Leyen non rappresenta un passo verso una difesa comune europea, ma solo “uno spreco di 800 miliardi in armi”, senza una strategia chiara:

“Di fronte a una von der Leyen che spreca 800 miliardi in armi, senza una difesa comune, tu cosa fai? Dici ‘non mi pronuncio’?”

La distanza con Prodi: “Non è un primo passo, è un passo sbagliato”

Conte si è poi smarcato anche dalle dichiarazioni di Romano Prodi, che aveva definito il piano della Commissione Europea un “primo passo” verso una maggiore integrazione nella difesa:

“Non sono d’accordo nemmeno con Prodi, che dice: è un primo passo. Ma è un passo sbagliato”, ha sentenziato il leader pentastellato.

L’ex premier ha ribadito la ferma opposizione del M5S a un’Europa che punta sul riarmo anziché su una politica di sicurezza condivisa e diplomazia attiva. Il Movimento, infatti, ha votato contro la risoluzione a Strasburgo, in netta contrapposizione con la posizione del Pd e della maggioranza parlamentare europea.

Il Pd nel caos, il M5S cerca di intercettare il malcontento

Le parole di Conte arrivano mentre nel Pd cresce la tensione interna dopo il voto europeo. L’astensione imposta da Elly Schlein ha aperto una frattura tra l’ala riformista ed europeista del partito, con Pina Picierno, Giorgio Gori e Antonio Decaro tra coloro che hanno votato a favore della risoluzione, sfidando la segretaria.

Nel frattempo, il Movimento 5 Stelle tenta di posizionarsi come la forza politica più coerente nell’opposizione a un’Europa sempre più militarizzata, cercando di attrarre il consenso di elettori delusi dalle indecisioni del Pd.

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Francesco Paolo Antonicelli