Italia & Dintorni

Daniele Fabbri querelato da Giorgia Meloni commenta: “E’ una mossa intimidatoria, difendiamo il diritto alla satira”

Il comico Daniele Fabbri racconta la querela ricevuta dalla premier Giorgia Meloni, accusata di diffamazione per una sua satira sul caso Gozzini. Un appello contro la censura.

Il comico e stand-up comedian Daniele Fabbri ha recentemente condiviso un video sui suoi canali social per raccontare la querela ricevuta dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. La querela, che Fabbri definisce una mossa intimidatoria, è legata a una sua riflessione satirica sul caso di Giovanni Gozzini, il professore dell’Università di Siena che nel 2021 aveva rivolto insulti sessisti alla Meloni. In un episodio del suo podcast, Fabbri aveva commentato l’accaduto con toni ironici, utilizzando espressioni volutamente esagerate come “puzzona” e “caccolosa” per ridicolizzare le offese e sottolineare l’irrazionalità degli insulti sessisti.

La querela e la reazione di Fabbri: “Un attacco al diritto alla satira”

Nel video, Fabbri ha spiegato che la querela è arrivata in seguito al suo intervento, nel quale aveva parodiato le offese ricevute dalla Meloni, dicendo che tali insulti, pur essendo errati e inaccettabili, potevano essere sostituiti con termini più innocui e persino comici. “Mi sono permesso di dire delle parole ridicole, infantili, e ora sono accusato di aver arrecato danni morali”, ha dichiarato Fabbri. La richiesta di risarcimento avanzata dalla premier è di 20.000 euro, una cifra che, secondo il comico, potrebbe essere usata per coprire altre spese. Fabbri ha sottolineato che la querela non riguarda tanto lui, ma la libertà di espressione, aggiungendo che se anche parole come “puzzona” possono essere oggetto di denuncia, ciò apre la porta a una censura ben più grave.

Fabbri ha poi accusato Meloni di cercare di intimidire gli artisti e gli indipendenti, sfruttando la sua posizione di potere per limitare la libertà di satira. Ha descritto l’azione legale come una “mossa vigliacca”, spiegando che le cause legali come queste non solo mettono sotto pressione le persone, ma hanno anche il potenziale di creare un precedente che potrebbe minare il diritto alla satira in Italia.

Appello contro la censura e il sostegno alla satira

Nel suo intervento, Fabbri ha fatto appello al pubblico, chiedendo sostegno per contrastare quella che considera una “prepotenza” nei confronti degli artisti. “Non facciamolo passare sotto silenzio”, ha detto. Secondo Fabbri, la censura non ha lo scopo di fermare gli artisti, ma di impedire ai cittadini di fruire della satira, una forma di espressione fondamentale in una democrazia. Il comico ha concluso il suo messaggio con un invito a non arrendersi alla pressione politica e a difendere il diritto alla satira in ogni sua forma.