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Vannacci critica Ursula von der Leyen, “Ma i russi non giravano sugli asini?”

Il generale contesta il cambio di narrativa sulla minaccia russa e attacca il piano da 800 miliardi promosso da Ursula von der Leyen.

Il dubbio di Vannacci sulla Russia: «Nemico debole o temibile?»

Roberto Vannacci si schiera apertamente contro il piano di riarmo europeo promosso dalla presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen. In un video pubblicato su Instagram, il generale solleva dubbi sulla narrativa che per tre anni ha descritto la Russia come un esercito in difficoltà, per poi trasformarla improvvisamente in una minaccia imminente per l’Europa.

«Ci hanno dipinto una Russia che perde sui campi di battaglia, che va in giro con i badili, che ha finito le munizioni. Sentivo qualche giorno fa che addirittura si muoverebbero a dorso d’asino e di cavallo perché non hanno più mezzi. E ora invece diventa il grande nemico dell’Unione europea?», si chiede Vannacci.

Le perplessità sullo stato di emergenza

Il generale contesta anche il modo in cui il nuovo piano di riarmo viene giustificato a livello europeo, criticando la dichiarazione di stato di emergenza per un programma di investimenti che darà risultati solo nei prossimi anni.

«Come mai oggi la Russia è diventata questo nemico temibile e soprattutto incombente? Come si giustifica questa urgenza? Lo stato di emergenza viene applicato a un investimento che ci darà i primi risultati tra 5 o 6 anni. Come lo possiamo giustificare?», ha dichiarato Vannacci.

Il generale ha poi ricordato alcune dichiarazioni passate della presidente della Commissione Europea, ironizzando sul racconto che descriveva i soldati russi costretti a smontare schede elettroniche dalle lavatrici ucraine per equipaggiare i propri sistemi d’arma.

Il dibattito sul piano ReArm Europe

Le parole di Vannacci si inseriscono nel più ampio dibattito sul piano ReArm Europe, il progetto da 800 miliardi promosso da von der Leyen per potenziare l’industria bellica europea. L’opposizione a questo piano è forte sia in Italia che in altri Stati membri dell’Ue, con critiche che arrivano soprattutto dai partiti più scettici nei confronti delle politiche comunitarie.

Il tema è destinato a restare al centro del confronto politico, tra chi sostiene la necessità di un’Europa militarmente più autonoma e chi, come Vannacci, considera il piano un cambiamento improvviso di strategia che richiede spiegazioni più approfondite.