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Meloni vola a Parigi per l’Ucraina, ma è scontro con Salvini, in FdI avvertono: “Matteo la smetta o Giorgia gli svuota il partito”

La premier sarà a Parigi per il vertice sulla pace in Ucraina. Intanto nel governo crescono le tensioni con Salvini su difesa, Usa e rapporti internazionali.

Meloni a Parigi per il summit sulla pace

Giorgia Meloni sarà giovedì a Parigi per partecipare alla riunione internazionale convocata da Emmanuel Macron dedicata alla pace e alla sicurezza in Ucraina. Un vertice dei cosiddetti “volenterosi” nato per discutere il sostegno all’esercito ucraino e promuovere un modello europeo di sicurezza in grado di prevenire future aggressioni da parte della Russia. La presidente del Consiglio ha preferito però adottare una linea più cauta, sostenendo una strategia incentrata sulle parole “pace” e “sicurezza”, senza sbilanciarsi sul piano militare.

A Parigi, Meloni ribadirà il suo no all’invio di truppe italiane sul fronte. Apprezza l’apertura di Macron all’ipotesi italiana di un coinvolgimento delle Nazioni Unite, secondo cui qualsiasi missione dovrebbe essere autorizzata solo dopo un voto del Consiglio di Sicurezza e in presenza di una tregua concreta. “Non andremo in guerra per inseguire le fughe in avanti di Macron e Starmer”, è la posizione che i collaboratori della premier fanno filtrare da Palazzo Chigi.

Frizioni interne al governo su armi e politica estera

Il clima all’interno della maggioranza si fa sempre più teso. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha criticato le “iniziative personali” che, seppur legittime, finiscono per creare divisioni. Nel mirino c’è soprattutto Matteo Salvini, che continua a contrapporsi frontalmente a molte delle scelte di Meloni, in particolare sulla questione degli armamenti e sulla postura internazionale dell’Italia.

“Guerra con Meloni? È uno scherzo, non è giornalismo”, ha dichiarato Salvini per spegnere le polemiche. Ma secondo fonti vicine a Fratelli d’Italia, il leader della Lega sarebbe ancora risentito per la pubblicazione di un libro che lo ridicolizzava, attribuendone la responsabilità indiretta alla premier. Il suo comportamento viene percepito come un attacco sistematico. “Giorgia ha giurato che se il 6 aprile Matteo non la smette, gli svuoterà il partito in Parlamento e sui territori”, avrebbe confidato un esponente del partito.

Tensioni confermate anche dallo scontro simbolico andato in scena alla Camera, dove il capogruppo Galeazzo Bignami, fedelissimo di Meloni, ha lanciato un chiaro riferimento: “Quando voi andavate a baciare la pantofola a qualche potente proprio in Russia, dove magari qualcuno vorrebbe tornare…”. Secondo più fonti parlamentari, quel “qualcuno” era proprio Salvini.

Salvini e i rapporti con Trump e Musk

A rendere ancora più spinoso il quadro è la crescente vicinanza tra Salvini e ambienti vicini a Donald Trump. La telefonata non concordata con il senatore americano J.D. Vance, ritenuto uno dei principali alleati politici dell’ex presidente, ha innervosito Palazzo Chigi. Anche Elon Musk, per tramite di Andrea Stroppa, ha indicato il leader leghista come figura chiave nei futuri rapporti tra Italia e Stati Uniti.

Una partita che coinvolge anche l’accordo sui satelliti Starlink, ancora in sospeso. Se fosse per Salvini, l’intesa sarebbe già firmata. “Il leader della Lega si è allineato con l’agenda di Trump, lui almeno ha capito che la sua priorità è fermare le guerre”, ha dichiarato l’inviato speciale della Casa Bianca Paolo Zampolli.

Meloni, che punta a volare a Washington dopo l’introduzione dei dazi prevista il 2 aprile, potrebbe incontrare Trump solo se si dimostrasse allineata con le sue priorità. “Meloni deve allinearsi con l’agenda del capo del mondo, la cui priorità è la pace, non sono i dazi”, ha dichiarato ancora Zampolli.