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Vittorio Sgarbi ricoverato al Gemelli, lotta contro la depressione: “Rifiuta il cibo, la situazione è delicatissima”

Il critico d’arte è sotto osservazione da giorni. Rifiuto del cibo e forte debilitazione fisica aggravano il quadro clinico. Amici e familiari in apprensione.

Il ricovero a Roma e il racconto del malessere

È ricoverato da giorni al Policlinico Gemelli di Roma Vittorio Sgarbi, critico d’arte, scrittore e volto noto della televisione italiana. A rivelare il momento di forte difficoltà personale è stato lo stesso Sgarbi, che in un’intervista a la Repubblica ha raccontato con parole intense il suo stato di salute: “Ho perso parecchi chili. Faccio fatica in tutto. Riesco a tratti ancora a lavorare. Ho sempre dormito poco. Ora passo molto tempo a letto”.

La situazione è resa ancora più complessa dal fatto che Sgarbi ha iniziato a rifiutare il cibo, una condizione che ha portato i medici a optare per il ricovero. Il digiuno è una delle conseguenze della fase depressiva che sta attraversando. “La mia attuale malinconia o depressione è una condizione morale e fisica che non posso evitare. Come abbiamo il corpo, così ci sono anche le ombre della mente, dei pensieri, fantasmi che sono con noi e che non posso allontanare”, ha spiegato il critico.

Un appello collettivo alla speranza

All’interno della struttura sanitaria, dove fino a ieri era presente anche Papa Francesco, Sgarbi è tenuto sotto costante monitoraggio. Intorno a lui si è stretto un gruppo di familiari, amici e collaboratori, preoccupati per il suo stato ma pronti a sostenerlo in ogni modo. Sui social, negli ultimi giorni, sono comparsi numerosi messaggi di vicinanza.

Tra i più toccanti quello di Vittorio Feltri, che ha voluto condividere la sua personale esperienza con la depressione: “Ne ho sofferto anch’io. Dunque non mi sorprende il calvario che hai passato, lo smarrimento, la confusione. Quel buco nero dove ti infili come un calzino spaiato e non vorresti uscire più. Dare consigli non si può, è da stolti solo pensarlo. Ogni depressione è una storia a sé”.

Vicinanza e affetto da chi gli è più vicino

A fornire un aggiornamento sulle condizioni di Sgarbi è stato anche Marcello Veneziani, altro amico di lunga data: “Ho esitato ma credo sia giusto dimostrargli che c’è chi gli è vicino con apprensione nel dolore. C’è per esempio Santino, un ex carabiniere che lo segue come collaboratore con una devozione assoluta. Vittorio sa suscitare sentimenti forti anche di ira che poi, quasi alchemicamente, possono diventare sentimenti forti di affetto. Al Gemelli abbiamo già visto per fortuna un happy end. Speriamo in un bis per Vittorio”.