Alta tensione tra Salvini e Tajani: gelo nella maggioranza, Meloni irritata, il leader di FI “Quando è troppo, è troppo”
Lega e Forza Italia ai ferri corti dopo le critiche di Durigon. Il centrodestra litiga su politica estera, dazi e rapporti con gli Stati Uniti.
Durigon attacca Tajani, Tajani risponde: “Non sono in difficoltà”
Nuove frizioni nella maggioranza, con un clima sempre più teso tra Matteo Salvini e Antonio Tajani. Ad accendere la miccia è stato Claudio Durigon, esponente della Lega, che in un’intervista a la Repubblica ha messo in dubbio la credibilità del ministro degli Esteri nei rapporti con gli Stati Uniti: “È in una posizione un po’ difficile, è un sostenitore di Ursula e del suo piano di riarmo, e sappiamo tutti che von der Leyen non ha grandi rapporti con l’amministrazione americana. Forse Tajani dovrebbe farsi aiutare”.
Parole che hanno infastidito profondamente il leader di Forza Italia, che ha replicato: “Tutti hanno bisogno di farsi aiutare, anche io. Ma non mi sento in difficoltà, lo giudicheranno gli elettori”. E dietro le righe ha rilanciato la sua linea politica: dalla difesa del “Salva Milano” al richiamo alla “prudenza sui dazi”, fino all’invito al ministro Giancarlo Giorgetti a tutelare il controllo italiano sulla Borsa di Milano.
Frizioni nella coalizione, opposizioni parlano di crisi
L’uscita di Durigon arriva mentre Forza Italia è riunita a Milano per un evento sull’Europa, promosso su suggerimento di Marina Berlusconi. Tra gli interventi, anche quello di Letizia Moratti, che ha rimarcato l’importanza del dialogo transatlantico, in contrasto con l’asse trumpiano promosso dalla Lega.
La premier Giorgia Meloni, nel frattempo, osserva con crescente irritazione l’attivismo del vicepremier Salvini, soprattutto sui temi internazionali. Un nervosismo alimentato anche dalla competizione nei territori e dal recente passaggio del deputato Davide Bellomo dalla Lega a FI. Secondo fonti interne, i due vicepremier “praticamente non si parlano più” e si incrociano solo durante i Consigli dei ministri.
Per le opposizioni, il clima è da crisi politica. “In qualsiasi altro Paese sarebbe già crisi di governo”, ha commentato Elly Schlein. Angelo Bonelli parla di un esecutivo “che non sta più in piedi”, mentre Riccardo Magi denuncia: “Meloni non ha una maggioranza sulla politica estera. Con quale credibilità andrà giovedì al vertice dei ‘volenterosi’ a Parigi?”
Meloni verso il vertice di Parigi: il centrodestra cerca una sintesi
Il prossimo appuntamento chiave per il governo sarà il summit di Parigi del 28 marzo, dove si discuteranno nuove strategie di assistenza all’Ucraina. Meloni spinge per un’estensione delle garanzie Nato, ma prende piede anche l’idea di un’operazione sotto l’egida dell’Onu, che potrebbe garantire il via libera anche della Lega.
Nel frattempo, il pressing leghista continua anche sul fronte commerciale. Claudio Borghi insiste per una “intesa bilaterale con gli Stati Uniti” per ottenere esenzioni dai dazi su alcuni prodotti italiani: “Affidarsi all’Ue è come abbracciare un salvagente di ghisa”, ha affermato.