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Caso Prodi, nessuna condanna dal Pd: Debora Serracchiani difende l’ex premier “Gesto inopportuno, ma non esageriamo”

Debora Serracchiani difende l’ex premier dopo l’episodio con la giornalista Lavinia Orefici: “Non ha avuto la pazienza di Giobbe, ma non strumentalizziamo”.

Nessuna scusa da Prodi, il Pd minimizza

Il gesto di Romano Prodi, immortalato in un video trasmesso da Quarta Repubblica, continua a far discutere. L’ex premier è stato accusato di aver afferrato per i capelli la giornalista Lavinia Orefici, inviata del programma Mediaset, dopo aver risposto in modo stizzito a una domanda sul Manifesto di Ventotene. Un gesto che ha sollevato un’ondata di indignazione, ma che non ha trovato alcuna condanna ufficiale da parte del Partito Democratico.

Anzi, da Debora Serracchiani è arrivata una difesa, seppur con qualche sfumatura di imbarazzo. Intervenuta a L’Aria Che Tira su La7, la deputata dem ha affermato: “Il gesto sarà stato anche inopportuno e sono convinta che Prodi sia il primo a esserne dispiaciuto, ma, onestamente, non si può chiedergli di avere la pazienza di Giobbe. Mi permetto di dire: non esageriamo”.

La versione del Pd: “Un gesto maldestro, non volontario”

La stessa Serracchiani ha offerto la propria interpretazione dei fatti: “Penso semplicemente che abbia mosso il braccio e toccato la giornalista. È stato un gesto inopportuno e credo che Prodi ne sia dispiaciuto”. Tuttavia, fino a questo momento non sono arrivate scuse ufficiali da parte dello stesso Prodi, che ha invece negato ogni intento offensivo, sostenendo di aver semplicemente poggiato la mano sulla spalla della giornalista.

Il caso ha suscitato reazioni anche nel centrodestra, che ha chiesto chiarimenti e condanne da parte dell’Ordine dei giornalisti e della Fnsi, finora assenti. Le immagini diffuse dal programma condotto da Nicola Porro sembrano mostrare un gesto fisico evidente, ma per i dem si tratterebbe solo di un’incomprensione.

Bertinotti raddoppia: “Niente scuse, il mio era un segnale”

Nel frattempo, un altro ex leader della sinistra, Fausto Bertinotti, ha alimentato la polemica con dichiarazioni ancor più nette. Dopo aver affermato nei giorni scorsi che, se fosse stato alla Camera, avrebbe “tirato un oggetto contundente” contro la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, l’ex segretario di Rifondazione Comunista ha ribadito il concetto a Un Giorno da Pecora su Rai Radio 1.

Sono molto contento che si sia mosso qualcosa, è il classico sasso nello stagno. Il mio gesto è rilevante perché viene da uno che ha sempre praticato la non violenza”, ha dichiarato. “No, assolutamente no, per nulla” ha risposto poi alla domanda su eventuali scuse, aggiungendo che il suo intervento era necessario per “segnalare che è stata superata una soglia di tollerabilità democratica”.

Anche in una successiva ospitata a L’Aria Che Tira, Bertinotti ha confermato la sua posizione: “A una trasgressione del potere rispondo con una trasgressione simbolica. La premier ha oltrepassato un limite, io ho reagito”.

Mentre nel centrosinistra regna il silenzio sulle possibili conseguenze di questi episodi, il dibattito continua a dividere opinione pubblica e politica. Ma da Prodi e Bertinotti, almeno per ora, nessuna parola di scuse.