Ranucci accusa Fazzolari: “Mi ha fatto spiare dai servizi segreti”. Il sottosegretario: “Accuse deliranti, sarebbe uno spreco”
Il conduttore di Report denuncia presunti pedinamenti e parla di ingerenze della politica. Fazzolari nega ogni coinvolgimento e annuncia azioni legali
L’accusa di Ranucci al Parlamento Europeo
Durante un intervento al Parlamento Europeo, nel corso di un convegno sulla libertà di stampa promosso dal gruppo dei Socialisti e Democratici (S&D), il giornalista Sigfrido Ranucci ha lanciato un’accusa pesante contro il governo italiano. Il conduttore di Report, trasmissione di inchiesta in onda su Rai 3, ha affermato pubblicamente di essere stato spiato dai servizi segreti su ordine del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Giovanbattista Fazzolari.
«Più che sospetti, che ne ho sempre avuti, ho avuto almeno in tre occasioni la certezza, perché la mia scorta ha sorpreso persone che mi inseguivano e filmavano durante un incontro con una fonte. E in un’occasione ho avuto certezza che Fazzolari ha attivato i servizi segreti per chiedere informazioni sulla mia attività», ha dichiarato Ranucci davanti agli europarlamentari.
L’intervento di Ruotolo: “Parlamento italiano faccia chiarezza”
Le affermazioni di Ranucci hanno immediatamente innescato una reazione politica. L’eurodeputato del Partito Democratico Sandro Ruotolo ha chiesto pubblicamente un intervento del Parlamento italiano per verificare i fatti e garantire la tutela del giornalismo investigativo: «È necessario fare chiarezza e garantire che il giornalismo non venga mai ostacolato da interessi politici o da forze esterne», ha dichiarato.
La risposta di Fazzolari: “Ranucci figura ininfluente, ci vediamo in tribunale”
La replica di Giovanbattista Fazzolari non si è fatta attendere. Il sottosegretario ha smentito con decisione ogni addebito, definendo le dichiarazioni di Ranucci come «deliranti» e preannunciando un’azione legale: «Sigfrido Ranucci risponderà in tribunale delle deliranti accuse che mi ha rivolto, sostenendo che avrei attivato i servizi segreti per chiedere informazioni sulla sua attività. Non ho alcuna possibilità di attivare i nostri servizi di intelligence e, qualora la avessi, di certo non farei sprecare tempo, energie e risorse dello Stato per controllare una figura ininfluente come Ranucci».
Clima teso tra giornalismo e politica
L’episodio alimenta le tensioni tra il mondo dell’informazione e l’attuale esecutivo, in un momento già delicato per il rapporto tra politica e libertà di stampa. Le accuse lanciate da Ranucci e la dura smentita di Fazzolari pongono ora un problema di trasparenza che rischia di avere ripercussioni anche sul piano istituzionale.