Gianfranco Fini nutre delle riserve sulla Meloni : “La Premier rifletta, Trump non è detto ci consideri alleati”
L’ex presidente della Camera invita a sostenere Kiev senza riserve, ma avverte Giorgia Meloni: “Trump difende solo l’America, arriverà l’ora della verità”
“Resistenza fino alla fine”: il monito di Fini sull’Ucraina
Gianfranco Fini, ex presidente della Camera e già ministro degli Esteri, è netto: l’Italia e l’Europa non devono abbandonare l’Ucraina. “Resistenza, resistenza, resistenza. Senza tentennamenti e finché necessario”, afferma in una lunga intervista, sottolineando come Kiev abbia tutto il diritto di difendersi da una nuova aggressione russa. “Gli ucraini sanno cosa vuol dire stare sotto il dominio di Mosca, non vogliono diventare un vassallo come la Bielorussia”.
Secondo Fini, la prudenza mostrata da Giorgia Meloni è apprezzabile, ma l’equilibrismo tra Unione Europea e Stati Uniti rischia di rivelarsi fragile: “Anche per lei arriverà il tempo della verità: è sicura che Trump ci consideri suoi alleati?”.
Il giudizio su Trump e le ombre sull’equilibrio internazionale
La posizione dell’ex presidente Donald Trump sulla guerra in Ucraina preoccupa Fini, che ne critica il pragmatismo eccessivo: “Pur di presentarsi come colui che ha fatto la pace, Trump dice che la posizione russa è ragionevole. Se così sarà anche in futuro, ci sarà un problema per tutti”. E avverte: “Avallare le richieste del Cremlino significherebbe sacrificare il popolo ucraino e consacrare la vittoria di Putin”.
Il rischio, secondo Fini, è che l’America stia già cercando di spezzare l’asse euro-atlantico. “Tanti indizi fanno pensare che la volontà di dividere le due sponde dell’Atlantico ci sia già, ma venga da Washington”. Per questo, dice, Meloni dovrebbe interrogarsi su cosa significhi davvero “pace giusta” per Trump.
Meloni, Vance e la cultura woke
Nel suo intervento, Fini si sofferma anche sull’apprezzamento espresso da Meloni per il discorso di J.D. Vance alla conferenza di Monaco, giudicato da molti un attacco frontale all’Europa. “Vance non ha modi raffinati, ma interpreta un sentimento diffuso negli Stati Uniti”, osserva Fini. Tuttavia, mette in guardia dal rischio di derive discriminatorie: “È giusto dire che in natura non esiste il genere X, ma sarebbe disastroso se ne derivasse una politica di discriminazione verso omosessuali o transessuali”.
E aggiunge: “Politically correct o meno, l’uguaglianza davanti alla legge è un diritto inalienabile. Fidarsi troppo di Trump e difenderlo aprioristicamente è eccessivo”.
Critiche alla divisione europea e alle tensioni interne
Commentando le divergenze emerse al vertice di Parigi e le iniziative unilaterali di Francia e Regno Unito, Fini invita alla cautela: “Le perplessità sull’invio di militari in Ucraina sono legittime, anche perché il progetto sarà attuabile solo in presenza di una pace giusta”. Dubita però della possibilità di approvazione di caschi blu all’ONU: “Figuratevi se la Russia, che ha il diritto di veto, accetterebbe mai una proposta simile. E la Cina non si comporterebbe diversamente”.
Non manca una stoccata al dibattito italiano: “Mentre nel mondo accade quel che accade, noi discutiamo se Prodi ha tirato i capelli a una giornalista. Le polemiche nella maggioranza servono solo per avere un voto in più alle prossime regionali”.
La linea di Salvini e il ruolo dell’Europa
Fini critica le simpatie passate e presenti di Matteo Salvini per il Cremlino: “Ci siamo dimenticati di quando andò a Mosca con la maglietta di Putin? Ma da qui a pensare che possa far cadere il governo, ce ne passa”.
Sull’Unione Europea, ribadisce la necessità di un risveglio politico: “L’Europa non può continuare a fare la bella addormentata. Se fa finta di nulla, renderà attuale la frase attribuita a Kissinger: ‘Nano politico, gigante economico e verme militare’”. A proposito del piano von der Leyen per la difesa, commenta: “Il riarmo non vuol dire solo armi. Serve un riarmo morale e consapevolezza di ciò che possiamo ancora essere”.