Italia & Dintorni

Feltri diretto su Prodi: “E’ l’uomo più odiato dagli italiani, ha rovinato l’Italia, ipervalutando l’euro e svalutando la lira”

Il giornalista Vittorio Feltri commenta duramente il gesto di Romano Prodi contro Lavinia Orefici, criticando anche il silenzio e l’arroganza successiva.

Il commento di Feltri: “Non è affetto, è violenza”

Dare una carezza è un gesto di affetto, tirare i capelli è un atto truculento”. Così Vittorio Feltri risponde alla domanda di una lettrice del Giornale, che lo interpella con ironia: “Lei da nonno cosa ne pensa? Pure lei tira i capelli ai nipoti?”.

Il giornalista non si sottrae al tema più discusso degli ultimi giorni: il gesto dell’ex premier Romano Prodi nei confronti della cronista di Mediaset Lavinia Orefici, definito in seguito un’“espressione affettuosa”. Feltri, invece, lo boccia senza appello.

“Se l’avessi fatto io, mi avrebbero massacrato”

Nel suo intervento, Feltri sottolinea quella che considera una disparità di trattamento mediatica e politica: “Immagina se lo avessi fatto io. O se al posto di Prodi ci fosse stato Romano La Russa. Credi che i sedicenti democratici avrebbero adottato la medesima clemenza?”.

Poi aggiunge: “Prodi può tirare i capelli ai suoi nipoti se in casa Prodi questo è considerato un gesto d’affetto. Ma non è assolutamente autorizzato a farlo a una estranea, a una professionista, a una donna con cui non ha alcun vincolo”. “Prodi è l’uomo più odiato dagli italiani, l’uomo che ha rovinato l’Italia, ipervalutando l’euro e svalutando la lira”

Il fondatore di Libero va oltre e attacca duramente l’ex premier: “Prodi può fare il nonno con i suoi nipoti, non con Lavinia Orefici, inviata di un programma Mediaset, Quarta Repubblica, e per ciò stesso indigesta a Prodi”.

La mancata autocritica e l’ira per l’arroganza

Più del gesto in sé, però, ciò che ha infastidito Feltri è stata la reazione dell’ex presidente del Consiglio dopo la diffusione del video: “Quello che mi ha davvero indignato è stato il moto di arroganza di questo signore qui”, spiega. “Davanti all’evidenza, se ne è uscito fuori con frasi del tipo: ‘Io sono io e voi non siete un c*o’**”.

Il giornalista conclude con una riflessione sulla coerenza nel dibattito pubblico: “Quanta coerenza, quella di chi vede violenza maschile ovunque ma non riesce a riconoscerla quando colpisce chi è considerato di destra o quando a commetterla è uno dei loro, un progressista”.