Tensione in Commissione tra Tajani e Boldrini, il Ministro: “Pretendo rispetto, lei non ha imparato l’educazione”
Scintille in Aula tra Antonio Tajani e Laura Boldrini durante le comunicazioni del governo sulle missioni internazionali. E il Pd attacca la linea sull’Ucraina.
Botta e risposta acceso tra Tajani e Boldrini
Momenti di alta tensione nella seduta congiunta delle Commissioni Esteri e Difesa di Camera e Senato, durante le comunicazioni del governo sulle missioni internazionali. A far scattare lo scontro è stata un’interruzione dell’esponente Pd Laura Boldrini mentre parlava il ministro degli Esteri, Antonio Tajani.
“Io non l’ho mai interrotta, pretendo lo stesso trattamento. Lei ha fatto il presidente del Parlamento, io non l’ho mai interrotta”, ha detto Tajani, visibilmente infastidito. Ma la replica di Boldrini è arrivata con tono irritato: “Ogni volta lei deve ricordarmi quello che io ho fatto o non ho fatto. Le assicuro che ho buona memoria. Quindi basta con questa storia”.
Tajani non ha lasciato correre: “Basta cosa? E basta cosa? Come ex presidente del Parlamento non ha imparato neppure le regole di buona educazione. Non ho mai interrotto nessuno”. Poi ha proseguito nel suo intervento.
Il Pd attacca anche sul piano di sicurezza per Kiev
Lo scontro personale si inserisce in un contesto di forti critiche politiche da parte del Partito Democratico alla gestione della linea italiana sul conflitto in Ucraina. A prendere la parola, questa volta sul merito, è stata Lia Quartapelle, vicepresidente della Commissione Esteri della Camera.
“Tajani in audizione ha archiviato il bluff della proposta italiana tipo articolo 5 come garanzia di sicurezza per Kiev”, ha affermato Quartapelle. “1. Tajani ha ammesso che senza Usa non funziona. L’ok di Trump non c’è. 2. Nessun Paese la appoggia. Serve serietà, non proposte ridicole”.
Alta tensione sulle missioni e sulla postura internazionale
La discussione si è svolta in un clima già teso, complice la delicatezza del tema in Aula: il posizionamento dell’Italia nello scacchiere internazionale, il sostegno all’Ucraina e le missioni all’estero. L’affondo del Pd riflette una crescente distanza politica tra le opposizioni e l’attuale maggioranza sulla politica estera.
Il confronto tra Tajani e Boldrini, nato su questioni di forma, si è trasformato nell’ennesimo episodio di una contrapposizione più ampia, che inizia a farsi sempre più visibile anche nelle sedi istituzionali.