Renzi rilancia il fronte unito: “Meloni sta fallendo, per batterla serve un’alleanza larga, anche con Conte”
L’ex premier rilancia un fronte unito da Italia Viva al Movimento 5 Stelle. “Le elezioni saranno un referendum su Giorgia Meloni. E noi dobbiamo farci trovare pronti.”
Il piano di Renzi per il 2027: un’alleanza larga o si perde
Le elezioni politiche del 2027 saranno “un referendum su Giorgia Meloni” e per batterla “serve un’alleanza che vada da Italia Viva al Movimento 5 Stelle”. Così si è espresso Matteo Renzi presentando il suo nuovo libro, nel quale affronta anche lo scenario politico dei prossimi anni.
Secondo l’ex premier, l’attuale esecutivo guidato da Meloni “sarà il più lungo” e arriverà a fine legislatura: “O ci si schiera con lei o contro di lei”, ha spiegato. Per questo, sostiene, sarà fondamentale il ruolo del Movimento 5 Stelle: “Con il loro 10% saranno decisivi”, ha detto, aggiungendo che la scelta spetterà a Giuseppe Conte.
Renzi è tornato a sostenere la necessità di un campo largo: “L’unico modo per non regalare altri cinque anni a Meloni e Salvini è un’alleanza sui temi concreti: sicurezza, cultura, istruzione, stipendi”, ha dichiarato. E ha ribadito che anche Italia Viva, pur con il suo 2,5%, potrà fare la differenza.
Il no a Calenda: “In democrazia non si cancella nessuno”
Non è mancata una stoccata a Carlo Calenda, che nei giorni scorsi aveva detto di voler “cancellare” il Movimento 5 Stelle. La risposta di Renzi è stata netta: “Ma che vuoi cancellare, che hanno dieci punti più di te… In democrazia non si cancellano gli altri, si prendono i voti.”
Ha poi ricordato il suo passato difficile con i grillini: “Detestavo il M5s per il gesto delle manette verso i miei genitori. Eppure ho accettato il governo con loro per evitare Salvini.” Quel governo, il Conte II, nacque infatti per fermare l’ascesa della Lega: “Se avessero vinto, Salvini avrebbe gestito il Covid, l’invasione russa, e avrebbe eletto il successore di Mattarella.”
Sul rapporto con Calenda, Renzi ha sottolineato una distanza politica netta: “Carlo dà un giudizio positivo su Meloni. Io no. E questo chiarisce che non è un problema caratteriale.”
Chi guiderà il centrosinistra? “Schlein è la leader del Pd, si parta da lì”
Sul nodo della leadership della coalizione, Renzi ha proposto due opzioni: “O si fanno le primarie o si sceglie il leader del partito che prende più voti. Con Prodi facemmo le primarie, Meloni è premier perché il suo partito ha vinto.”
Pur precisando che Elly Schlein “non è la leader che immaginavo per la mia area politica”, ha riconosciuto che “oggi è la segretaria del Pd, stimato al 24%, mentre noi siamo al 2,4%”. Il messaggio è chiaro: per costruire un’alternativa credibile, serve partire dai numeri e non dai personalismi.