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Sgarbi ricoverato al Gemelli per depressione, La Russa: “Ha gli occhi stanchi ma resta la pantera di sempre”

Il presidente del Senato ha fatto visita a Vittorio Sgarbi in ospedale. “Poche parole, ma giuste. Teniamo a lui, ha ancora tanto da dare all’arte”

Sgarbi ricoverato al Gemelli, accanto a lui sorella e compagna

Vittorio Sgarbi è ricoverato all’ospedale Gemelli di Roma per una forte crisi depressiva. Accanto al critico d’arte, noto volto del panorama culturale e politico italiano, ci sono la sorella Elisabetta Sgarbi e la compagna Sabrina Colle, che lo assistono costantemente. In queste ore difficili, anche personalità istituzionali hanno voluto fargli sentire la loro vicinanza, tra cui il presidente del Senato Ignazio La Russa, che nella giornata di ieri si è recato in visita presso il reparto dove Sgarbi è attualmente seguito dai medici.

Le parole di La Russa: “Vittorio è sempre Vittorio”

Abbiamo parlato a lungo. Lui diceva poche parole, ma quelle giuste”, ha raccontato Ignazio La Russa ai cronisti al termine della visita. Il presidente di Palazzo Madama ha descritto il critico come “triste, malinconico, con lo sguardo un po’ nel vuoto”, ma anche come un uomo che, nonostante la sofferenza, “mantiene sempre il filo della discussione”.

“Gli gridavo: ‘Vittorio, guardami’. E lui alzava gli occhi, stanchi, ma sempre gli occhi di fuoco di Vittorio. Quelli non cambiano mai”, ha proseguito La Russa, mostrando una sincera preoccupazione ma anche fiducia nei segnali positivi che i sanitari stanno registrando. “Secondo i medici sta migliorando”, ha precisato.

“Ha ancora molto da dare all’arte e al Paese”

Il presidente del Senato ha spiegato di aver ricordato a Sgarbi l’importanza del suo contributo, soprattutto nel campo dell’arte, suggerendo che sia coinvolto in un progetto specifico: “Gli ho detto che abbiamo bisogno del suo aiuto, anche per un lavoro preciso che riguarda l’arte”. Poi, parlando della reazione del critico, ha aggiunto: “Mi ha guardato. E quando ti guarda, capisci che bisogna fare di tutto per tirarlo fuori dal pozzo”.

Parole che testimoniano l’affetto personale e il rispetto istituzionale nei confronti di una figura da sempre sopra le righe ma fondamentale per il dibattito culturale italiano. “Gli vogliamo bene, ma anche perché ci serve, abbiamo bisogno del suo cervello, del suo sapere, e della sua capacità di guardarti negli occhi e di farti capire tante cose”, ha concluso La Russa, esprimendo l’auspicio che possa presto tornare “la pantera di sempre”.