Conte sfila contro il riarmo: il Pd c’è, Schlein resta defilata, il leader del M5S, “Finita la luna di miele tra la Meloni e l’italiani”
La manifestazione lanciata dal M5s raduna migliaia di persone ai Fori Imperiali: tra abbracci imbarazzanti, stoccate al Pd e la “benedizione” di Barbero e Travaglio
Un Pd a metà tra corteo e dissenso
Una presenza senza piena adesione. È questa la linea del Partito Democratico alla manifestazione del Movimento 5 Stelle contro il riarmo europeo, andata in scena sabato 6 aprile a Roma, tra l’Esquilino e i Fori Imperiali. In piazza, ma senza bandiere. Presente, ma non del tutto. Elly Schlein resta defilata, ma affida al capogruppo al Senato Francesco Boccia e a una nutrita delegazione di fedelissimi la rappresentanza del partito. Un modo per non mancare, ma anche per non esporsi troppo dopo il voto favorevole del Pd al piano di riarmo europeo.
Il momento simbolico è l’abbraccio tra Boccia e Giuseppe Conte, che certifica la tregua dopo giorni di tensioni e apre a un possibile dialogo tra M5s e dem. Ma le correnti riformiste del Pd restano fredde, e Schlein non scioglie la riserva: “una delegazione ci sarà”, aveva detto alla vigilia, ma della segretaria, in corteo, nessuna traccia.
Tra pacifisti, volti noti e contestazioni
A scandire il corteo lanciato da Giuseppe Conte, gli slogan contro la premier Giorgia Meloni, il ministro della Difesa Guido Crosetto, e il leader di Azione Carlo Calenda. Tra i partecipanti anche Susanna Camusso, Marco Furfaro, Antonio Misiani, Sandro Ruotolo, Igor Taruffi, Annalisa Corrado ed Emiliano Fossi, a testimonianza della linea “pacifista” sposata da buona parte dell’area Schlein.
Non mancano, però, le contestazioni. A prendere la parola dal palco anche Barbara Spinelli, che rinfaccia al Pd il voto favorevole al riarmo. E la piazza non risparmia neanche Nicola Fratoianni, che si sente urlare: “Vendi la Tesla!”. A calamitare l’attenzione anche il ritorno della tiktoker Rita De Crescenzo, che annuncia: “Sto pensando di candidarmi”. Un’evoluzione politica che pare benedetta dagli ambienti vicini al M5s.
Conte detta la linea, il Pd dovrà seguirlo?
Sul palco dei Fori, Giuseppe Conte si prende la scena: “Grazie a chi non è del M5s ed è in piazza con noi. Oggi si rompe la luna di miele di Meloni”. E poi la stoccata al Pd: “Costruiamo un’alternativa, il primo punto è il no al riarmo”. Il messaggio è chiaro: la linea politica la detta il M5s, agli altri non resta che adeguarsi.
Accanto all’ex premier, volti simbolo del mondo intellettuale e pacifista: Alessandro Barbero, Marco Travaglio, Alex Zanotelli, Giorgio Parisi. Da parte loro, appelli accorati e duri moniti contro le politiche di difesa europea. Travaglio, in particolare, è acclamato dalla folla, mentre Pecoraro Scanio, ex ministro verde oggi vicino ai 5 Stelle, attacca: “Ai Fori il doppio della gente che c’era a Piazza del Popolo”. Il riferimento, nemmeno troppo velato, è alla recente manifestazione di Repubblica, dove il Pd era padrone di casa.
Alla fine, tra cortei, critiche e abbracci imbarazzanti, resta l’immagine di un campo progressista ancora diviso. E un Giuseppe Conte che, forte di una piazza gremita, si candida a esserne il nuovo regista.