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Giuseppe Cruciani sfida il politicamente corretto: “Alle elezioni voterei Vannacci e Rizzo”

Nel suo nuovo libro, il conduttore attacca linguaggio inclusivo, schwa e battaglie identitarie. E rivela: “Alle elezioni voterei Vannacci e Rizzo”

“Via Crux”: un manifesto contro le derive linguistiche

Nel suo ultimo libro, intitolato Via Crux – Contro il politicamente corretto, il giornalista e conduttore radiofonico Giuseppe Cruciani prende posizione contro ciò che definisce le nuove storture della comunicazione pubblica e politica. Al centro della sua critica, le modifiche al linguaggio promosse da istituzioni e università italiane.

Uno: la proposta di Franceschini di imporre il cognome al femminile. Due: le università italiane che continuano a usare le schwa, gli asterischi e che parlano di corpo studentesco anziché di studenti, perché il plurale al maschile va eliminato”, elenca Cruciani, che non risparmia ironia e disapprovazione verso le battaglie simboliche sostenute da una parte della sinistra.

“Non sono di destra e non accetto etichette”

Intervistato da Il Centro, il volto de La Zanzara chiarisce la sua posizione rispetto a chi tenta di collocarlo nel panorama politico. “A destra nessuno pensa che io sia il loro ideologo. Che neanche mi piace come parola: a chi me lo dice lo porto in tribunale”, precisa, rifiutando qualsiasi etichetta ideologica.

Nonostante la sintonia con alcuni temi tipici della destra, Cruciani ribadisce di avere “un’anima libertaria” e di non essersi spostato politicamente. “Sono cresciuto a Radio Radicale ma non è che uno debba condividere tutte le battaglie. Certamente ho un’anima libertaria, ma non sono diventato di destra”.

Il sostegno a Vannacci e Rizzo: “Voterei entrambi”

A sorprendere è la dichiarazione di voto che riguarda due figure agli antipodi: il generale Roberto Vannacci, vicino alla Lega, e l’ex segretario comunista Marco Rizzo. “Votare loro due? Assolutamente sì”, afferma Cruciani, motivando la scelta con le posizioni condivise su temi come “l’immigrazione, l’Ue, la Russia, il riarmo. Alcune le condivido, come quella sulla favoletta del riarmo”.

Una strana coppia che, a suo dire, “viene da campi opposti, ma si sono trovati a fare le stesse battaglie su tanti temi”, confermando la sua inclinazione a giudicare le idee più che l’origine politica di chi le propone.