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Feltri elogia Renzi alla Mondadori, ma l’ex premier attacca: “Urso e Lollobrigida? Peggio dell’IA”

Incontro in Piazza Duomo tra Feltri e Renzi per la presentazione dei loro libri. Stoccate all’esecutivo da parte dell’ex presidente del Consiglio.

Feltri: “Renzi ha sbagliato col referendum, ma resta bravissimo”

Un evento inedito ha riunito Vittorio Feltri e Matteo Renzi alla libreria Mondadori in Piazza Duomo, a Milano, dove entrambi hanno presentato i rispettivi volumi: Il latino lingua immortale e L’influencer. I due si sono confrontati davanti a una platea curiosa e partecipe. A margine dell’incontro, interpellato dai cronisti, Feltri ha espresso parole di stima per l’ex premier: “Renzi? È bravissimo. L’ho sempre difeso. Ha fatto la cavolata con il referendum ma è bravo”.

Quanto a un confronto con Giorgia Meloni, il direttore editoriale di Libero è stato prudente: “Meglio lui o Meloni? Confronto impossibile, i problemi di quando era lui premier sono diversi da quelli di oggi”.

Renzi affonda sul governo: “Urso e Lollobrigida? Aggravano la situazione”

Durante la discussione, Renzi ha colto l’occasione per criticare duramente l’attuale esecutivo, soffermandosi sul tema dell’intelligenza artificiale e sull’approccio del governo. “È un grandissimo tema, ma Meloni fa una seduta del G7 straordinaria chiamando il Papa a parlarne. Dopodiché, quando si tratta di investire, mette zero e manda Urso, che con l’intelligenza, anche artificiale, ha poco a che fare”, ha ironizzato l’ex presidente del Consiglio.

Non è mancata una frecciata anche al ministro dell’Agricoltura: “Se stai attaccato sempre a Urso e Lollobrigida, la situazione si aggrava. Urso di politica economica non ci capisce nulla”.

Tra libri, battute e stoccate, un duetto che fa discutere

L’incontro alla Mondadori ha rappresentato un raro momento di confronto tra due personalità spesso agli antipodi per posizioni politiche ma capaci di dialogare. Se Feltri ha riconosciuto le capacità di Renzi, l’ex leader del Pd, oggi fondatore di Italia Viva, ha approfittato della ribalta per rilanciare il proprio ruolo da outsider e critico dell’attuale maggioranza.

Un duetto che ha acceso il dibattito anche fuori dalla sala, tra chi ha apprezzato l’evento e chi non ha gradito le battute al vetriolo contro i ministri.