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Immigrazione rivoluzione in arrivo, FDI “Finisce l’era dell’immigrazione incontrollata e del malaffare”

Il Viminale lancia il progetto SUA per tracciare ogni fase dell’accoglienza. Rendicontazione obbligatoria e controlli incrociati per frenare abusi e irregolarità.

Parte il “Sistema Unico dell’Accoglienza”: monitoraggio completo dei migranti

Si chiama SUA, acronimo di Sistema Unico dell’Accoglienza, il nuovo strumento voluto dal Ministero dell’Interno che promette di rivoluzionare la gestione dell’immigrazione in Italia. A dare l’annuncio, in toni entusiastici, è Fratelli d’Italia: “Finisce l’era dell’immigrazione incontrollata e del malaffare”, si legge in un post pubblicato sui social. Il nuovo sistema garantirà – secondo il Viminale – un monitoraggio costante dei migranti, dal momento dello sbarco fino all’eventuale uscita dal Paese, e una maggiore trasparenza nell’utilizzo dei fondi pubblici destinati all’accoglienza.

Il progetto, anticipato da un articolo di Italia Oggi, prevede la creazione di un portale unico in cui confluiranno i dati raccolti da questure, prefetture e gestori dei centri di accoglienza, con l’obiettivo di evitare perdite di tracciabilità lungo il percorso migratorio.

Trasparenza obbligatoria: chi sbaglia non sarà più pagato

L’introduzione del SUA si accompagna a una stretta sui soggetti del privato sociale, che da anni rappresentano il fulcro operativo del sistema di accoglienza. Si tratta, secondo i dati della Fondazione Migrantes, di circa 138mila persone accolte ogni anno in 5.000 centri sparsi sul territorio. Le organizzazioni coinvolte dovranno presentare rendicontazioni dettagliate delle spese sostenute: ogni anomalia potrà comportare il blocco dei pagamenti.

La parola d’ordine è controllo rigoroso: niente più margini di errore né ritardi nella documentazione. Un cambio di passo che mira a contrastare eventuali abusi o irregolarità nel sistema, colpendo in particolare chi – secondo il Viminale – ha fatto dell’accoglienza un business.

Il fronte critico: timori per la piccola accoglienza

L’annuncio della nuova piattaforma ha subito riacceso il dibattito politico. Alcune associazioni del terzo settore parlano di “deriva securitaria” e temono che la riforma possa penalizzare in particolare il modello della piccola accoglienza diffusa, molto diffuso in regioni come Emilia Romagna e Toscana. Il timore è che il sistema centralizzato, con l’introduzione di criteri rigidi e controlli incrociati, finisca per scoraggiare i progetti locali più flessibili e radicati nel territorio.

Secondo quanto riportato da Italia Oggi, il rischio è quello di uno scontro istituzionale tra il governo e il mondo delle cooperative, che vedono nel provvedimento una minaccia alla propria autonomia. Tuttavia, dal Viminale si insiste: maggiore trasparenza e responsabilità servono a rafforzare il sistema, non a smantellarlo.