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Cassazione: via “padre” e “madre” dai documenti dei minori, sarà “genitore”. Esulta Boldrini: “Fine del bullismo di Stato”

La Suprema Corte boccia il ricorso del Viminale e stabilisce che la dicitura corretta nei documenti dei minori è “genitore”. Boldrini: “Vittoria contro la discriminazione”.

La Cassazione: “Dicitura ‘padre/madre’ è irragionevole e discriminatoria”

Una sentenza destinata a segnare un punto fermo nel dibattito sui diritti delle famiglie. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso del Viminale contro una precedente sentenza della Corte d’Appello di Roma, stabilendo che sulle carte d’identità elettroniche dei minori non potrà più comparire la dicitura “padre / madre”, ma un’unica voce: “genitore”.

I giudici supremi hanno definito la scelta del ministero dell’Interno – che nel 2019 aveva imposto il ritorno alla terminologia “padre” e “madre” – come discriminatoria. Secondo la Corte, tale formulazione non tiene conto delle varie configurazioni familiari oggi esistenti e viola il principio di uguaglianza: «Non rappresenta tutti i nuclei familiari e i loro legittimi rapporti di filiazione», si legge nella motivazione.

Boldrini: “Una svolta, finisce il bullismo istituzionale”

A commentare con entusiasmo la decisione della Cassazione è Laura Boldrini, deputata del Partito Democratico e presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo. «Sulla carta di identità dei minori ci sarà scritto ‘genitore’. La Cassazione ha messo fine a una forma di bullismo di Stato perpetrata per anni da Salvini», ha dichiarato.

Boldrini ha puntato il dito contro l’approccio dell’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini e dell’attuale premier Giorgia Meloni, che – a suo dire – hanno trasformato la questione in un elemento di propaganda. «Anni passati a seminare odio contro qualsiasi famiglia fosse differente da un presunto modello tradizionale – ha affermato – in cui non rientrano neanche le loro, di famiglie».

“Tanti tipi di famiglie, i documenti non possono ignorarlo”

La deputata dem ha poi sottolineato come la sentenza vada a tutela di centinaia di minori, figli di coppie omogenitoriali, che si sono trovati per anni in una condizione di invisibilità giuridica: «Anni passati a rendere la vita impossibile a centinaia di bambini a cui lo Stato ha riconosciuto due mamme o due papà per il semplice gusto di farlo».

La decisione della Cassazione, secondo Boldrini, sancisce un principio fondamentale: «Esistono tanti tipi di famiglie e i documenti non possono ignorarlo».