Meloni attesa da Trump, tensione con Macron: “Pensa di essere più forte da sola?”. Tajani e Foti replicano: “Nessuno ci dia lezioni”
Francia critica la missione della premier italiana a Washington: “Trump vuole dividerci”. L’Italia risponde: “Macron può, Meloni no?”. Poi la frenata dell’Eliseo: “Nessuna preoccupazione”.
Il viaggio a Washington divide le cancellerie europee
Cresce l’attenzione sul viaggio di Giorgia Meloni negli Stati Uniti, previsto per il 17 aprile, quando la presidente del Consiglio incontrerà Donald Trump nello Studio Ovale. Un faccia a faccia che arriva in un momento delicato: due giorni dopo l’entrata in vigore dei contro-dazi europei su acciaio e alluminio, approvati da 26 governi dell’UE, con la sola Ungheria contraria.
Proprio il ruolo di Meloni nella trattativa commerciale tra Washington e Bruxelles è stato al centro delle critiche provenienti dalla Francia, che ha sollevato dubbi sull’opportunità di un’iniziativa nazionale in un contesto che dovrebbe vedere la Commissione europea come unico interlocutore sui temi commerciali.
Parigi all’attacco: “Rischio divisione, Trump vuole frammentarci”
A esprimere perplessità è stato il ministro dell’Industria francese, Marc Ferracci, ai microfoni di France Inter: «Se iniziamo con i bilaterali, rischiamo di rompere la dinamica di unità europea. Trump ha una strategia chiara: dividere gli europei». Sulla stessa linea anche Benjamin Haddad, ministro delegato agli Affari europei: «Se si va negli Stati Uniti in ordine sparso, si indebolisce la posizione collettiva. Solo un fronte unito può difendere i nostri interessi», ha dichiarato anche su X, criticando le “concessioni individuali” a Trump.
Tajani e Foti rispondono: “Rispetto e reciprocità, non siamo serie B”
Le parole francesi non sono passate inosservate. A replicare è stato il ministro per gli Affari europei Tommaso Foti, che ha accusato Parigi di doppiopesismo: «Quando va Macron a Washington tutto bene, se va Meloni no? Serve rispetto e reciprocità, non ci sono nazioni di serie A e nazioni di serie B».
Sulla stessa lunghezza d’onda anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani, che ha difeso l’iniziativa italiana: «La Francia di missioni ne ha fatte tante. L’Italia agisce nell’interesse dell’Unione europea. Evidentemente non è chiaro lo spirito di questa visita: la premier porterà le posizioni europee, non personali».
L’Eliseo prova a chiudere: “Nessuna preoccupazione”
Nel pomeriggio, il governo francese ha ridimensionato i toni. La portavoce Sophie Primas, al termine del consiglio dei ministri, ha parlato di “voci benvenute” nel dialogo con Washington: «Meloni ha fatto sapere tramite la sua delegazione che è solidale con l’UE. L’unità resta fondamentale, ma non c’è alcuna inquietudine sul viaggio».
Un segnale distensivo che sembra chiudere – almeno formalmente – il caso diplomatico. Ma il viaggio della premier italiana continua a dividere le opinioni in Europa, tra chi lo vede come un’opportunità di mediazione e chi teme una fuga in avanti solitaria.