Tonali: “Fu un arbitro a introdurmi nel giro delle scommesse, arrivai a 500mila euro di debito”
L’ex centrocampista del Milan rivela ai pm i dettagli sul sistema di scommesse illegali: dai siti pirata ai bonifici camuffati tramite una gioielleria
Il verbale dell’interrogatorio: “Mi introdusse Pietro Marinoni”
Il nome di Sandro Tonali, oggi al Newcastle, è tornato sotto i riflettori dopo l’ultimo sviluppo nell’inchiesta della Procura di Milano sulle scommesse illecite che ha già coinvolto diversi calciatori di Serie A. Tra le carte dell’indagine emergono nuovi dettagli resi noti attraverso il verbale dell’interrogatorio del giocatore, avvenuto nell’ottobre 2023 e trasmesso dalla Procura di Torino.
Nel verbale, Tonali indica come figura chiave dell’ingresso nel mondo delle scommesse un ex arbitro, Pietro Marinoni: “Chi mi ha iniziato alle scommesse è stato Pietro Marinoni, che è del mio paese e che è andato a scuola con mia sorella. All’epoca faceva già l’arbitro”. Marinoni è attualmente tra gli indagati.
Applicazioni, link privati e debiti saldati con orologi
All’inizio, racconta Tonali, il meccanismo delle scommesse avveniva tramite l’app ufficiale Snai, con le giocate inviate via WhatsApp a Marinoni, il quale si occupava di completare l’operazione nelle agenzie. Il sistema evolve però nel 2020 con l’arrivo del sito “Worldgame365”: una piattaforma illegale non accessibile pubblicamente, ma solo tramite invito. “Il link mi fu inviato da Marinoni”, ha spiegato il calciatore, aggiungendo: “Non mi hanno mai minacciato, ma proponevano piani di rientro rateali. Sono arrivato ad avere un debito di 500.000 euro, il loro obiettivo era che continuassi a scommettere”.
Secondo quanto emerso dagli atti, il sistema era strutturato e prevedeva l’utilizzo di gruppi WhatsApp per la gestione dei debiti e delle giocate. Tonali, Marinoni e anche Nicolò Fagioli – coinvolto anch’egli nell’indagine – ne facevano parte. L’inchiesta rivela che parte del denaro veniva trasferito attraverso una gioielleria del milanese, con fittizie vendite di orologi e monili di lusso mai realmente consegnati, ma utilizzati come copertura per giustificare i bonifici.
“Non ho mai smesso di scommettere fino a una settimana prima del sequestro”, ha ammesso Tonali, che per il suo coinvolgimento ha già scontato una pesante squalifica sportiva e aderito a un programma riabilitativo per la ludopatia.
L’indagine, che ha portato al sequestro di 1,5 milioni di euro, all’iscrizione nel registro degli indagati di una dozzina di calciatori e alla richiesta di cinque arresti domiciliari, è ancora in corso e potrebbe allargarsi ulteriormente nelle prossime settimane.