Zaia difende il terzo mandato: “Bloccare i mandati? È un’ipocrisia, decide il popolo”
Il presidente del Veneto contesta il limite dei due mandati per i governatori: “L’unica vera riforma meritocratica è lasciare decidere ai cittadini”.
“Bloccare i mandati? È un’ipocrisia, decide il popolo”
Il governatore del Veneto, Luca Zaia, interviene nel dibattito sul limite dei due mandati per i presidenti di Regione, definendo la norma “una riforma da superare”. In un’intervista, contesta il principio che impedisce la candidatura per un terzo mandato: “Se abolissimo la legge che mette il limite dei due mandati a qualche presidente di Regione, allora sì che faremmo una riforma meritocratica. Il popolo deve poter scegliere da chi farsi governare”.
Alla pronuncia della Corte Costituzionale, che ha bocciato la legge regionale campana favorevole al terzo mandato per Vincenzo De Luca, Zaia risponde: “Era scontato. La Consulta ha stabilito che una legge regionale non può modificare una norma nazionale. Ma il Parlamento avrebbe potuto intervenire per cambiarla”.
L’Avvocatura dello Stato ha definito la presidenza regionale un “centro di potere” e per questo ha sostenuto la necessità di un ricambio fisiologico. Zaia replica: “Ma quale potere? Governiamo la sanità, firmiamo opere, affrontiamo problemi ogni giorno. Parlare di centri di potere è una grande ipocrisia”.
“I governatori sono i soli eletti diretti con vincoli”
Il presidente veneto evidenzia una “distorsione democratica”: “Solo sindaci e governatori hanno limiti. Nessuno li impone a chi sta in Parlamento da decenni. E vorrei ricordare che noi siamo gli unici eletti direttamente dai cittadini. Servirebbe un po’ di rispetto”.
Zaia nega ogni ambizione personale ma sottolinea: “Se uno ha governato male, viene mandato a casa anche dopo un solo mandato. Costringere chi ha consenso ad andare via è l’abuso vero”.
Sulla possibilità di influenze esterne nella scelta dei candidati, risponde secco: “Bypassare gli elettori è sempre un errore. Pensare che da Roma si possa decidere chi governa il Veneto è doppiamente sbagliato”.
“Ho rinunciato all’Europarlamento, rispetto l’impegno preso”
Zaia respinge ogni accusa di protagonismo e ricorda le scelte compiute per coerenza: “Con il mandato in scadenza ho rinunciato a candidarmi all’Europarlamento, come mi era stato chiesto. Ho preferito restare fedele all’impegno con gli elettori”.
Sulla possibile candidatura a sindaco di Venezia o la creazione di una “Lista Zaia”, il governatore taglia corto: “Ogni decisione è prematura. Valuterò tutto alla fine del mandato”.
Quanto alla data delle prossime elezioni regionali, chiarisce: “La legge veneta prevede il voto in primavera. La legge nazionale, nata in piena emergenza Covid, impone invece elezioni entro 60 giorni dalla fine del mandato. Ho incaricato i miei tecnici di chiedere al Consiglio di Stato un’interpretazione autentica per evitare ricorsi che potrebbero invalidare l’esito del voto”.
“Resto in politica. Vedremo in che ruolo”
In vista dei Giochi Olimpici di Cortina 2026, Zaia scherza: “Ci andrò comunque. Se non da presidente, da sciatore. Me le sono inventate io per il Veneto, quando si parlava solo di Milano e Torino”.
Sul suo futuro non si sbilancia: “Capirò alla scadenza del mandato quali porte si apriranno. Sarò io a dire, a tempo debito, che impegno vorrò affrontare”.
E se Giorgia Meloni cambiasse idea sul tetto ai mandati? “Giorgia è una premier che stimo, ha dimostrato lungimiranza. Chi vivrà, vedrà”.