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Scontro frontale tra Ilaria Salis e il governo ungherese, Orban “Non prendiamo ordini da criminali in giacca e cravatta”

Duro botta e risposta tra l’eurodeputata di Avs e il portavoce del premier ungherese. Al centro della polemica: la missione europea a Budapest e lo stato di diritto in Ungheria.

Salis denuncia: “Stato di diritto gravemente compromesso”

È un attacco senza precedenti quello lanciato da Ilaria Salis, eurodeputata di Alleanza Verdi e Sinistra, al termine della missione della Commissione Libe (Libertà civili, giustizia e affari interni del Parlamento europeo) a Budapest, svoltasi dal 14 al 16 aprile 2025. La delegazione, secondo quanto riferito dalla parlamentare, ha riscontrato gravi violazioni democratiche nel Paese governato da Viktor Orbán.

Il deterioramento dello stato di diritto in Ungheria è evidente e trasversale”, ha scritto Salis sui social. “Sono emerse ingerenze politiche sul sistema giudiziario, repressione della società civile, restrizioni ai diritti fondamentali, pressione sui media indipendenti e ostilità crescente verso le Ong”. Salis ha denunciato anche l’attacco ai diritti della comunità Lgbtqi+ e ha accusato le autorità ungheresi di sottrarsi al dialogo con la delegazione.

Secondo la parlamentare, “il modello Orbán” rappresenta una minaccia non solo per l’Ungheria, ma per l’intero equilibrio democratico europeo: “Un regime autoritario che accetta l’Europa solo per i fondi, ma la respinge quando chiede il rispetto dei diritti fondamentali”.

La replica di Kovacs: “Criminali in giacca e cravatta”

Durissima la controreplica arrivata da Zoltan Kovacs, portavoce del premier ungherese, che ha attaccato frontalmente Salis e l’intera missione europea: “Ilaria Salis, che ha quasi ucciso persone per strada, si nasconde nel Parlamento europeo e osa fare la morale all’Ungheria? È senza vergogna. Non è un simbolo di democrazia, ma dell’imbarbarimento dell’istituzione europea”.

Kovacs ha anche attaccato la legittimità della missione Libe, definendola “una campagna diffamatoria mascherata da supervisione” e accusando i deputati europei di avere “un verdetto preconfezionato”.

L’Ungheria non prenderà mai lezioni di giustizia da chi si è fatto eleggere solo per evitare la prigione. Non accetteremo ordini da criminali in giacca e cravatta”, ha scritto il portavoce su X. Per Kovacs, l’intervento del Parlamento europeo è un atto ostile e strumentale: “Chiamano ‘società civile’ i delinquenti anarco-comunisti e gridano al fascismo appena qualcuno non si piega al loro circo politico”.

Nessun incontro con Orbán, delegazione definita “provocatoria”

La tensione diplomatica si è aggravata anche per il mancato incontro tra la delegazione europea e i principali esponenti del governo ungherese. Come riportato da Salis, né Orbán, né i ministri della Giustizia e dell’Interno, né rappresentanti della magistratura hanno accettato di incontrare gli eurodeputati. Le autorità ungheresi hanno bollato la visita come “illegittima e provocatoria”.

La contrapposizione tra Bruxelles e Budapest si inserisce in un contesto già segnato da anni di tensioni sulle politiche illiberali del governo Orbán. E ora la figura di Ilaria Salis, al centro di una vicenda giudiziaria internazionale e politica al tempo stesso, rischia di diventare l’emblema di una nuova, profonda frattura all’interno dell’Unione.