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Meloni a Washington, piovono consensi anche fuori dal centrodestra: Bizzarri e Mieli “La sinistra impari da lei”

Dopo il faccia a faccia con Trump, la premier incassa il riconoscimento anche di volti non allineati alla sua area politica. Bizzarri e Mieli criticano il centrosinistra: “Meloni sa fare politica, gli altri fanno gnegnè”.

Il viaggio negli USA e le reazioni inattese

Il recente incontro tra Giorgia Meloni e Donald Trump alla Casa Bianca continua a far discutere. E mentre da sinistra si levano ancora voci critiche, qualcosa sembra cambiare nel racconto pubblico. Le lodi alla presidente del Consiglio arrivano da personalità non riconducibili al centrodestra, a partire dal comico e opinionista Luca Bizzarri, che su X ha espresso senza mezzi termini il proprio giudizio.

A me pare che Meloni stia facendo politica con quello che c’è. Poi i suoi Calboni sono bravi a esaltare i risultati anche quando sono minimi (non l’ha insultata!) e a sinistra dovrebbero soltanto cercare di imparare come si fa, invece di misurarselo e fare gnegnè”, ha scritto Bizzarri in un post che ha raccolto migliaia di interazioni.

Mieli: “Trump e Vance l’hanno riconosciuta come interlocutrice europea”

Anche il giornalista Paolo Mieli, intervenuto a Otto e mezzo su La7, ha offerto una lettura decisamente positiva del viaggio americano. “Meloni si porta a casa il fatto che sia Trump sia J.D. Vance le abbiano confermato il ruolo di interlocutrice europea. Il famoso ponte con gli USA. E siccome sappiamo che tutto il viaggio è stato preparato d’accordo con Ursula von der Leyen, potrebbe voler dire che il tramite tra Europa e Washington passi proprio per Giorgia Meloni”.

Secondo Mieli, il viaggio non doveva necessariamente produrre risultati tangibili: “Non è andata lì a mercanteggiare, non poteva portare nulla di concreto. Ma politicamente è un successo”.

Una sinistra in affanno

Le critiche ironiche di Bizzarri e l’analisi di Mieli suonano come un monito per il centrosinistra, che secondo molti osservatori sta perdendo l’occasione di elaborare una strategia politica efficace. “Il problema non è che Meloni ottenga grandi risultati, ma che gli altri non riescano nemmeno a entrare nel gioco”, commentano diversi utenti sui social.

Nel frattempo, Elly Schlein, Giuseppe Conte, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli continuano a mantenere un atteggiamento critico, ma il rischio è che la distanza percepita dagli elettori aumenti. L’impressione è che, almeno sul piano dell’immagine e della gestione diplomatica, la premier stia rafforzando il suo ruolo internazionale.