Meloni a Washington, pioggia di critiche dall’opposizione, Tridico: “Meloni tradisce gli interessi nazionali ed europei”
L’opposizione attacca il governo dopo il vertice con gli Stati Uniti. Per Pd, M5s, Avs e Italia Viva il viaggio ha compromesso l’autonomia italiana ed europea.
Fratoianni, Bonelli e Tridico contro la linea atlantista del governo
Non si placano le reazioni dell’opposizione dopo il viaggio istituzionale della presidente del Consiglio Giorgia Meloni a Washington, dove ha incontrato l’ex presidente americano Donald Trump. Dai partiti di centrosinistra e dal Movimento 5 Stelle continuano ad arrivare critiche, che contestano il contenuto dell’intesa bilaterale e il ruolo dell’Italia nello scacchiere geopolitico.
Secondo Nicola Fratoianni, leader di Sinistra Italiana, l’accordo siglato con gli Stati Uniti “cancella definitivamente ogni ipotesi di web tax”, ritenuta uno strumento utile per riequilibrare la fiscalità delle grandi multinazionali digitali.
Il co-portavoce di Europa Verde, Angelo Bonelli, ha invece commentato duramente: “L’Italia con Giorgia Meloni ha pagato il pizzo all’estorsione di Trump e dei suoi dazi”, facendo riferimento alla concessione sull’acquisto di gas americano e alla mancata introduzione della tassa digitale in sede UE. Bonelli ha inoltre ironizzato sul discorso del senatore statunitense J.D. Vance, ospite a Roma, che ha definito la capitale “opera di Dio”: “Dimentica che Roma nasce dai villaggi pagani”.
Tridico: “Meloni tradisce gli interessi nazionali ed europei”
Anche l’ex presidente dell’Inps, oggi eurodeputato del M5s, Pasquale Tridico, ha attaccato l’esecutivo: “Trump ottiene quello che vuole Meloni: isolare la Cina, acquistare più gas statunitense e impedire l’introduzione in UE della web tax per le Big Tech Usa, esattamente quello su cui sta lavorando la Commissione per le questioni fiscali del Parlamento europeo, che presiedo”. Secondo Tridico, la premier “tradisce gli interessi nazionali ed europei”.
Borghi e Misiani: “Operazione d’immagine, nessun risultato concreto”
Più articolata, ma ugualmente critica, l’analisi del senatore di Italia Viva, Enrico Borghi, che ha affermato: “Il nostro primo ministro ha ritenuto di ritagliarsi, in questa vicenda storica, il ruolo di ganglio essenziale, strutturale, in terra europea, di quella mappa del potere della nuova destra sociale globale che mira a rivisitare, dal punto di vista culturale e politico, il sistema del balance of power occidentale”.
Dal PD, il senatore Antonio Misiani ha definito la visita “un’operazione d’immagine”: “Molti sorrisi e complimenti, ma zero risultati concreti”, ha dichiarato a La Stampa. Misiani ha poi sottolineato l’importanza di un’iniziativa europea congiunta: “È essenziale che si avvii immediatamente un negoziato”, ribadendo che “l’unico soggetto titolato a farlo è la UE”.
Gasparri: “Comprensibile il nervosismo della sinistra”
A difendere l’operato del governo è intervenuto il senatore di Forza Italia, Maurizio Gasparri, che ha commentato: “Voglio esprimere umana comprensione per gli esponenti delle varie sinistre, sconcertati e storditi dal successo della politica internazionale del governo di centrodestra”. Con tono ironico, Gasparri ha sottolineato come le critiche siano l’unico strumento rimasto a chi non può negare l’esito positivo della visita, confermato anche dalle dichiarazioni di Ursula von der Leyen.