Vaticano in emergenza per il Conclave: i cardinali elettori sono troppi, sono 15 in più
Con 135 cardinali aventi diritto al voto, il Conclave si apre tra difficoltà logistiche e un nodo normativo: la Costituzione apostolica impone un tetto di 120 elettori.
Superato il limite dei 120 elettori: le conseguenze
L’apertura del Conclave si annuncia complessa per il Vaticano, alle prese con un doppio problema: il numero dei cardinali elettori ha superato la soglia prevista dalla Costituzione apostolica e Casa Santa Marta non ha stanze sufficienti per ospitarli tutti.
I cardinali aventi diritto al voto sono 135, inclusa la possibile partecipazione del cardinale Angelo Becciu. La normativa attuale, stabilita dalla Costituzione apostolica “Romano Pontifici Eligendo”, prevede all’articolo 33 un massimo di 120 cardinali elettori. Il testo, firmato da Paolo VI, specifica anche all’articolo 34 che ogni atto volto a modificare la composizione del corpo elettorale sarebbe “nullo e invalido”.
Secondo le fonti, il superamento del tetto era stato considerato temporaneo da Papa Francesco, che contava sul fatto che almeno dieci cardinali, tutti nati nel 1945, avrebbero perso il diritto di voto entro la fine del 2025 al compimento degli 80 anni. Tra questi, lo spagnolo Carlos Osoro Sierra, il guineano Robert Sarah e il polacco Stanislaw Rylko.
Ipotesi di modifica urgente: motu proprio o rinunce spontanee
L’attuale vuoto normativo impone una rapida soluzione. Sul piano giuridico, solo un Papa in carica può modificare una Costituzione apostolica, ma al momento tale figura manca. L’ipotesi allo studio è quella di un motu proprio approvato dal Collegio cardinalizio per abolire il tetto massimo, senza indicarne uno nuovo.
Intanto, due cardinali elettori, Vinko Puljic (Bosnia) e Josip Bozanic (Croazia), avrebbero comunicato l’intenzione di non partecipare al Conclave per motivi di salute. Tuttavia, le norme prevedono che possano ritirare la rinuncia in qualsiasi momento, anche a Conclave già iniziato. Questo non offre certezze, ma potrebbe alleggerire temporaneamente la pressione organizzativa.
Emergenza posti letto a Santa Marta: corsa contro il tempo
Oltre al nodo normativo, il problema logistico è altrettanto urgente. Casa Santa Marta, la struttura alberghiera interna al Vaticano costruita per ospitare i cardinali durante il Conclave, dispone di 106 suite e 28 stanze singole, per un totale di 134 camere. Attualmente, però, diverse stanze risultano sigillate, tra cui quelle di Papa Francesco e dei suoi collaboratori, come previsto dal protocollo.
Le stanze disponibili sono quindi circa 120, insufficienti a ospitare tutti gli elettori. Il Vaticano ha già sfrattato temporaneamente suore e sacerdoti che risiedevano stabilmente nell’edificio, ma non basta. Per questo motivo, architetti e ingegneri vaticani sono al lavoro per ricavare nuove stanze, dividendo ambienti comuni e adattando un appartamento interno alla struttura.
Si valuta anche l’ipotesi di isolare e collegare una parte di un edificio adiacente, ma ogni soluzione deve garantire sicurezza, isolamento e sorveglianza, poiché i cardinali non possono avere contatti con l’esterno durante la clausura. Finestre e persiane devono restare chiuse e sigillate per l’intera durata del Conclave.