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“E’ sempre Cartabianca”, Mauro Corona attacca Milei: “Ce l’ho io la motosega”

Lo scrittore rende omaggio al Pontefice e critica duramente Milei: “Cosa viene a fare? Se viene, ce l’ho io la motosega”

Un omaggio sentito a Papa Francesco

Durante l’apertura del programma È sempre Cartabianca, Mauro Corona ha voluto dedicare parole intense e cariche di affetto a Papa Francesco, il giorno successivo alla sua scomparsa. Lo scrittore ha ricordato il Pontefice per la sua umanità e semplicità, definendolo “Papa Orgoglio”. “Mi è dispiaciuto molto, pensavo fosse fuori pericolo”, ha detto, sottolineando come Bergoglio rappresentasse una figura capace di parlare a chiunque: “Era un galantuomo ed era uno di noi. Mi piaceva perché non si faceva portare in portantina, andava contro i protocolli così barbosi. Mi piaceva perché stava con la terra”.

Corona ha insistito sul legame del Papa con la quotidianità e con il popolo, evidenziando come il suo messaggio riuscisse a raggiungere anche chi non condivide la fede cristiana. “Aveva questo potere di purezza e semplicità che anche l’ateo, o il non credente o il laico… anche quelli giravano l’occhio, tendevano l’orecchio”, ha spiegato lo scrittore, ribadendo che le parole del Pontefice “fanno bene anche a me”. Secondo Corona, perfino i detrattori hanno finito per ascoltarlo in silenzio, riconoscendone la statura morale.

Duro attacco a Milei e Netanyahu

Il passaggio più controverso dell’intervento di Mauro Corona è stato quello in cui ha rivolto un attacco diretto a Javier Milei, presidente dell’Argentina, che ha annunciato la sua intenzione di recarsi in Vaticano per rendere omaggio alla salma del Papa. “Cosa viene a fare? Dovrebbe stare a casa dopo tutto quello che ha detto di Bergoglio e su Bergoglio. Se viene qui, ce l’ho io la motosega”, ha affermato, con evidente disapprovazione.

Corona ha poi esteso la sua critica anche ad altri leader mondiali, in particolare al premier israeliano Benjamin Netanyahu, accusandolo di censura: “Quel boia di Netanyahu proibisce di parlare di lui e alcuni capi di Stato lo ricevono addirittura, ma il tempo è galantuomo e anche lui pagherà le sue colpe”.

Lo scrittore poi, sul significato simbolico della morte di Papa Francesco, avvenuta poco dopo la celebrazione della Pasqua. “È una cosa bella che abbia fatto la Santa Pasqua… non è stato dato dal caso, ma da qualcosa di più alto”, ha detto.