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La teologa Lucetta Scaraffia: “Il pontificato di Francesco? Una catastrofe. Ora serve un Papa meno autoritario”

La storica e teologa Lucetta Scaraffia analizza le contraddizioni lasciate dal Papa argentino e traccia il profilo del prossimo successore al soglio pontificio.

Nessuna vera riforma: tutto rimasto sulla carta

Secondo Lucetta Scaraffia, docente di storia contemporanea alla Sapienza e per anni firma de L’Osservatore Romano, il pontificato di Papa Francesco ha lasciato irrisolte le principali sfide interne alla Chiesa cattolica. “Tutte le questioni sono rimaste aperte”, afferma senza mezzi termini. Le proposte di cambiamento, come l’inclusione delle persone omosessuali, non avrebbero prodotto risultati concreti: “Non sono diventate nuovi catechismi, nuove regole morali. Potrebbero anche non esserci mai state”.

Scaraffia contesta il metodo del Papa argentino, accusandolo di non aver mai affrontato a fondo temi fondamentali. “Si è contraddetto spesso, ma è sempre stato contraddittorio”, osserva.

Il peso crescente della Chiesa africana e la frattura con l’Occidente

Incalzata sul ruolo della Chiesa africana, oggi in forte espansione, la studiosa non ha dubbi: “Altro che poco interessata all’omosessualità, è fortemente contraria”. Una posizione che pesa, vista la crescita numerica e l’influenza sempre maggiore delle realtà extraeuropee. Questo, a suo avviso, complica ogni prospettiva di riforma.

Sulla questione del sacerdozio femminile, la storica precisa che fu Giovanni Paolo II a chiudere la porta: “Non era possibile”. Tuttavia, secondo Scaraffia, esistono ancora margini per rafforzare il ruolo delle donne nella Chiesa, soprattutto aprendo di più ai laici.

Critica anche la gestione della liturgia: “Benedetto XVI aveva permesso la messa in latino. Francesco l’ha proibita”.

Fratture interne e rapporti con la politica mondiale

La visione che Papa Francesco ha avuto dei rapporti interni al Vaticano è descritta come autoritaria: “È stato amico solo dei cardinali che gli obbedivano, come Zuppi. Il suo dispotismo ha spezzato l’unità della Chiesa”. Il prossimo Papa, secondo la docente, dovrà “ricucire” le divisioni provocate da un pontificato troppo personalistico.

Sul piano geopolitico, Scaraffia accusa Francesco di non essersi mantenuto “al di sopra delle parti” nei conflitti internazionali: “Ha mostrato favore per i palestinesi in Medioriente e per i russi in Europa. Questo ha generato irritazione, anche tra gli ebrei”.

Il rapporto con la Chiesa nordamericana, inizialmente forte, si sarebbe logorato nel tempo: “Fu scelto anche grazie ai cardinali statunitensi perché sembrava l’unico di destra dell’America Latina. Poi ha cambiato atteggiamento, e anche lì ora la Chiesa è divisa”.

Scandali e abusi: “Parole forti, azioni deboli”

Sul tema degli abusi, Scaraffia riconosce le dichiarazioni incisive del Pontefice, ma denuncia un’evidente incongruenza nei fatti. “Papa Francesco ha detto ottime cose, ma ne ha fatte di pessime. Ha protetto degli abusatori, come quel mosaicista…”, afferma, facendo riferimento a Marko Rupnik, e menziona anche il caso del vescovo argentino Gambetta.

Benedizioni agli animali e Chiesa popolare

Anche su temi più legati alla quotidianità dei fedeli, come l’animalismo, la studiosa mette in guardia da derive poco ortodosse. “Le signore animaliste stiano tranquille: c’è già il 17 gennaio, giorno di Sant’Antonio Abate, dedicato agli animali. Ma se uno porta in chiesa una scimmia, una pantera o un serpente?”