Simone Muratore, il secondo tempo della vita: dalla Juventus al tumore al cervello, oggi è allenatore degli Under 14, “La memoria va e viene”
L’ex centrocampista bianconero, ritiratosi a soli 23 anni per un tumore al cervello, racconta il suo nuovo inizio accanto ai giovani della Juve: “Vinovo è casa mia”
Dalla Serie A al neurocitoma: una battaglia più grande del campo
TORINO – Aveva appena 23 anni quando il destino ha interrotto il suo sogno più grande. Simone Muratore, cresciuto nelle giovanili della Juventus e lanciato in prima squadra al fianco di campioni come Cristiano Ronaldo, è stato costretto a fermarsi per affrontare una sfida ben più dura di qualsiasi partita: un neurocitoma al ventricolo sinistro.
Oggi, a 26 anni, Muratore ha trovato una nuova dimensione: è allenatore in seconda della squadra Under 14 bianconera, dove accompagna i ragazzi nei primi passi di una carriera che lui ha dovuto interrompere troppo presto. La sua storia è raccontata nel documentario “Secondo tempo – La storia di Simone Muratore”, prodotto dallo Juventus Creator Lab e disponibile su DAZN.
L’intervento, la riabilitazione e la rinascita
Il calvario inizia nella stagione 2021/2022, quando Muratore, in forza al Tondela, in Portogallo, si sottopone a una visita medica che svela qualcosa di grave. Torna a Torino per ulteriori accertamenti: il verdetto è una diagnosi di tumore al cervello. Segue un delicato intervento chirurgico di 12 ore, sette notti in terapia intensiva e un lungo percorso riabilitativo.
«Pensavo: e se non mi sveglio?», ricorda. A parlare è anche la madre, Sonia, che confida: «Fissavo la porta della sala e pensavo: chissà se me lo porto a casa».
La ripresa è lenta ma tenace. Muratore riacquista la mobilità, ma non tutto torna come prima: «La parte destra è meno sensibile della sinistra, la memoria va e viene. Ho provato a rientrare, ma non riuscivo a sentire il pallone come prima».
Dalla maglia numero 8 alla panchina: il futuro tra i giovani
La Juventus non lo lascia solo. Appena recuperata un’autonomia sufficiente, Muratore torna a Vinovo. Gianluca Pessotto, dirigente bianconero, lo accoglie nella struttura tecnica e lo affianca all’allenatore Simone Loria. Nasce così una nuova vita, diversa ma altrettanto intensa.
«Oggi al primo posto ci sono la salute e la famiglia, non più il calcio. Ma Vinovo è casa, ci resterei tutto il giorno», afferma. Gli allenamenti, le dinamiche del gruppo, la crescita dei ragazzi: Muratore si immerge con passione nel suo nuovo ruolo.
«Lo chiamavo dopo gli allenamenti – racconta l’amico Lorenzo – e mi diceva che non riusciva più a fare quello che faceva prima, era lento nel pensiero di un passaggio. Ma non ha mai mollato».
Un esempio per i ragazzi e per il calcio
L’esperienza di Simone Muratore va oltre il campo. È un esempio di resilienza, di rinascita, di amore autentico per lo sport. Insegna che una carriera può finire, ma la passione non si spegne. E che a volte, il vero successo è trovare un nuovo posto nel mondo senza smettere di credere in se stessi.
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