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“Tenetevele per voi le lezioncine di democrazia”: scontro infuocato Donzelli-Boschi in tv sul 25 aprile e il caso Ramelli

Scontro in tv tra esponenti di Fratelli d’Italia e Italia Viva sul significato del 25 aprile e la memoria di Sergio Ramelli, ucciso nel 1975 a Milano.

Confronto acceso tra Donzelli e Boschi in diretta Rai

Durante l’ultima puntata del talk show Lo stato delle cose, in onda su Rai 3 e condotto da Massimo Giletti, si è acceso un confronto tra Giovanni Donzelli, responsabile organizzazione di Fratelli d’Italia, e Maria Elena Boschi, parlamentare di Italia Viva. Il dibattito è esploso in particolare sul significato del 25 aprile, ricorrenza della Liberazione.

Donzelli ha criticato l’approccio della sinistra alla celebrazione: “Il problema sa qual è? Che la sinistra vuole strumentalizzare ogni anno il 25 aprile per cercare una superiorità morale che hanno perso nei fatti”.

Boschi ha replicato prontamente: “No, la superiorità morale di chi ha fatto la Resistenza”.

Il deputato di Fratelli d’Italia ha insistito accusando la sinistra di voler “dare lezioncine di democrazia”, affermando che il suo partito è stato legittimato dal voto popolare, al contrario di quanto accaduto con Matteo Renzi, che secondo lui avrebbe conquistato Palazzo Chigi “con le trame di palazzo”. Donzelli ha quindi concluso: “Lezioncine di democrazia non le accettiamo. Tenetevele per voi le lezioncine di democrazia”.

Il ricordo di Sergio Ramelli e la denuncia della destra

Nel corso della trasmissione è stato citato anche il caso di Sergio Ramelli, il giovane militante di destra ucciso brutalmente a Milano nel 1975 da esponenti dell’estrema sinistra. Il riferimento è servito a inquadrare una delle polemiche che tornano ciclicamente in occasione del 25 aprile.

Sul tema è intervenuta anche Augusta Montaruli, vicepresidente del gruppo Fratelli d’Italia alla Camera: “Nella giornata di oggi non si onora solo Sergio Ramelli, vittima di un odio atroce, ma occorre anche denunciare il silenzio e la omertosa complicità che ha coperto i suoi assassini. La storia di Sergio rappresenta una delle ragioni per cui molti militanti di destra si sono avvicinati al mondo della politica e dell’attivismo, per difendere l’Italia con cuore puro dalle ingiustizie di ieri e di oggi”.

Montaruli ha anche richiamato le parole del giudice Guido Salvini, che ha parlato del ruolo della borghesia milanese nel coprire i responsabili dell’omicidio, e ha sottolineato come, secondo Giorgia Meloni, vi sia ancora oggi “una minoranza rumorosa che a 50 anni di distanza cerca vergognosamente di offuscare il ricordo di Sergio“.

La violenza e la sopraffazione non saranno mai gli strumenti per esprimere le proprie idee, e siamo certi che storie come quella di Sergio continueranno ad avvicinare tanti giovani all’impegno civile e politico nella dimensione più sacra”, ha concluso la parlamentare. Ha infine ricordato il contributo dello scrittore Giuseppe Culicchia, che ha dedicato un libro alla figura di Ramelli, contribuendo – a suo avviso – alla verità che Sergio e l’Italia meritano.