La Costa Concordia naufragata di fronte all’isola del Giglio è pronta per essere riportata sulla linea di galleggiamento dopo essere stata raddrizzata; ora dovrà essere trainata verso un porto di destinazione da una nave di enormi dimensioni che si fa carico di trasporti eccezionali via mare.
Si sta pensando alla Vanguard, l’ammiraglia della olandese Dockwise, costruita in Corea del Sud dove si trova attualmente: la nave più grande al mondo progettata per trasportare petroliere è lunga 275 metri e riesce a trainare navi pesanti sino a 120 mila tonnellate.
Secondo Repubblica la Costa Crociere ha prenotato per la prossima primavera il traino della Concordia e questo lascia pensare che lo smantellamento avverrà fuori dall’Italia.
Eppure sono tanti i porti italiani in lizza per lo smantellamento della nave che frutterebbe la bella cifra di 540 milioni di euro; secondo Fincantieri però che ha costruito la Concordia ed i cassoni per il suo recupero a quanto pare nessun porto potrebbe essere adeguato né Piombino che ha un bacino troppo piccolo per la Concordia per il cui adeguamento servirebbero più di tre anni; e non lo è neppure Palermo.
Secondo il rapporto di Fincantieri “ i lavori di demolizione provocherebbero per lunghissimo tempo il blocco di ogni attività di cantiere, e costringerebbero a collocare in cassa integrazione straordinaria parte delle proprie maestranze e contemporaneamente a fare ricorso a centinaia di risorse esterne specializzate in demolizione navale”. Non dimentichiamo che nel porto di Palermo Fincantieri concentra la maggior parte delle proprie attività e dunque non avrebbe alcun interesse a sobbarcare questo porto di un aggravio di lavoro straordinario nonostante l’indubbio guadagno.
Si sono candidati infatti anche Piombino che logisticamente sarebbe la soluzione più idonea oltre ad avere uno stabilimento siderurgico utile durante la fase di demolizione, ma che però come abbiamo già accennato non potrebbe ospitare una nave tanto grande; Civitavecchia e Palermo sedi di Fincantieri, ma anche Napoli e Porto Torres anche se all’apparenza nessun porto pare adeguato per lo smaltimento del relitto.
La soluzione più plausibile appare al momento quella di un trasferimento all’estero, presumibilmente in Bangladesh sito famoso per gli smantellamenti navali a basso costo oppure in Turchia. Non avrebbe avuto senso altrimenti il ricorso alla nave olandese, poiché per spostamenti brevi come quelli per raggiungere un qualsiasi porto italiano sarebbero bastati dei potenti rimorchiatori.