Protesi del pene in arrivo primo progetto robotico
Una delle patologie più comuni nell’uomo è la disfunzione rettile che colpisce, secondo ultimi dati statistici, un uomo su dieci.
La disfunzione rettile può essere provocata da un particolare stato di stress e quindi essere momentanea ma va obbligatoriamente curata; può dipendere, anche, da problemi più gravi determinati da patologie serie.
La disfunzione rettile colpisce in Italia più di 3 milioni di uomini ed è problema molto diffuso che, però, è poco pubblicizzato.
L’uomo che ne è colpito molte volte trova difficoltà a parlarne e si rifiuta, sbagliando, di andare da un medico specializzato.
Un team di ricercatori dell’università di Pisa ha ideato un pene robotico che riesce ad avere le stesse funzioni dell’organo naturale maschile.
Il pene robotico è stato chiamato dagli inventori “Robot Penis” ed è stato presentato durante la manifestazione “High-tech business venturing”.
Il “Robot Penis” riesce a captare le sollecitazioni del cervello.
Rispetto alle protesi ideate in precedenza il “Robot Penis” si differenza proprio perchè riesce a percepire i comandi dal cervello dell’uomo.
I tre ricercatori pisani inventori del “Robot Penis” ritengono che nell’arco di pochissimo tempo la loro scoperta sarà prodotta in un vastissimo numero ed andrà a sostituire le vecchie protesi attualmente in commercio.
La produzione in vasta scale del prodotto determinerà, inoltre, una diminuzione consistente dei costi del “Robot Pens”.
Gli ideatori sono tre ragazzi in procinto di laurearsi in ingegneria e si chiamano Sergio Tarantino, Andrea Cafarelli e Alessandro Diodato.
I tre inventori del “Robot Pens” hanno reso noto che prima di proporlo alle industrie per la produzione in vasta scala intendono apportare alcune migliorie soprattutto sull’aspetto estetico del prodotto stesso.
I tre ragazzi che hanno sviluppato il “Robot Pens” hanno dichiarato che: “L’obiettivo è rendere il funzionamento della protesi il più vicino possibile rispetto a quello dell’organo naturale. La possibilità di controllare la protesi tramite il pensiero e gli stimoli nervosi, garantendo alla persona che la ‘indossa’ il piacere sessuale, grazie al sistema di sensorizzazione, rendono questo sistema particolarmente innovativo rispetto alle soluzioni attuali”.
L’invenzione dei tre toscani ha riscontrato un notevole successo durante la manifestazione “High-tech business venturing” avvenuta presso la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa.