Padova, nonna di 90 anni lascia la sua casa ai profughi
Una storia da libro “Cuore” arriva proprio nei giorni più difficili per i centri di accoglienza dei profughi che ormai sono al collasso.
E’ accaduto che a Sermeola di Rubano una donna di 90 anni abbia preso una decisione davvero controcorrente, lasciare la propria casa ai profughi e prendere per lei una casa in affitto.
La donna di 90 anni è proprietaria di una piccola villa che si sviluppa su due piani che ha pensato di destinare all’accoglienza dei profughi. Questi ultimi, comodamente, ci starebbero in 10.
La donna, dall’alto dei suoi anni e della sua esperienza come testimone di una guerra ha pensato bene che la sua casa così grande servirebbe più a 10 profughi e che a se stessa per la quale una casetta più piccola andrebbe anche meglio.
E allora Mara Gambato, questo è il nome della donna che ha preso questa decisione, ha affittato alla cooperativa “Percorso Vita onlus” di don Luca Favarin la sua villa ad un prezzo nettamente inferiore a quello che la casa effettivamente vale.
Questo nonostante e proprio nei giorni in cui vicino a Sermeola di Rubano e cioè a Padova il sindaco si stia raccomandando e, pare presto lo farà proprio con un’ordinanza, di evitare di dare accoglienza ai profughi.
L’invito per ora è stato accolto e riportato alle famiglie che abitano a Padova anche dalla Prefettura e dai frati del santuario di Sant’Antonio.
La donna, come dicevano, è dunque, un po’ controcorrente e ha preso questa decisione non tenendo in alcuna considerazione ciò che sta avvenendo intorno a lei e ciò che stanno raccomandando le autorità,
Si è sentita di agire in quel modo e lo ha fatto ritenendo, evidentemente, che questo gesto fosse corretto.
Evidentemente Mara Gambato si è rivista in quella gente disperata perchè anche lei da ragazza durante la guerra ha assistito tante volte alle partenze dei suoi concittadini verso terre più fortunate.
Sulla decisione della donna è voluto intervenire il nipote Sergio Ventura che ha così commentato il gesto della nonna: «Diciamo che ci sono cristiani a parole e persone che lo sono nei fatti».
Ora c’è solo un problema rappresentato dal vicinato che non è stato affatto concorde con la donna, anzi si è ribellato perché con tanti profughi come vicini di casa non si sente più al sicuro.
Temono, infatti, per l’incolumità loro e dei loro bambini che quest’estate non potranno più lasciare liberi per strada a giocare o a recarsi nei più vicini negozi per fare qualche acquisto per conto dei genitori.
Per questo hanno organizzato il 15 maggio una fiaccolata per protestare contro questa decisione che loro non hanno preso affatto bene.
Per il momento la signora Mara non è tornata sui suoi passi e, pare, non abbia alcuna intenzione di farlo.