Bellomo: “In una comunità civile ledere il diritto di uno significa ledere il diritto di tutti”
Riportiamo testualmente le dichiarazioni del Consigliere regionale Avvocato Davide Bellomo:
“Assisto in questi giorni a pronunce, anatemi, critiche delle più disparate per aver richiesto nei modi previsti dalle Leggi e dal nostro ordinamento il rispetto di un diritto.
Avverto con grande apprensione che, al di là del merito della questione sollevata (pubblicazione nel bollettino ufficiale della regione Puglia di un articolo di legge votato e per errore non inserito materialmente nella legge elettorale) , l’esercizio di un “diritto” appunto, anziché essere apprezzato viene stigmatizzato a tal punto da sfociare nell’insulto personale.
Noi latini ci vantiamo con grande orgoglio di aver “creato” e diffuso nel mondo intero il concetto di giustizia, di come la stessa deve essere applicata ed inserita nel sistema normativo, di avere una concezione elevata del diritto e dei diritti, da essere sempre essere emulati da ogni paese civile. Rimango, pertanto, stupefatto quando l’esercizio di tali valori e concetti è messo proprio da noi stessi in discussione.
La creazione del “diritto” è preceduta da un attenta e scrupolosa analisi ed inclusione di valori morali che si trasformano in precetti di giustizia. Si tratta in particolare dei principi inclusi nel sistema costituzionale, che esprimono primariamente una serie di diritti degli individui.
Definire cosa prescrive il diritto in determinate condizioni e situazioni presuppone l’individuazione ab origine dei valori che devono governare il nostro operato.
Questa prospettiva comporta, meglio dovrebbe comportare, un’automatica difesa da parte di ogni individuo, ma in particolare di chi esercita il “nobile” compito della politica o da chi come il nostro Presidente Emiliano ( si il ns perché oggi è anche il mio di Presidente) ha il dovere di preservare e migliorare le condizioni di vita della nostra comunità.
Di questo si dovrebbe parlare, di questo si dovrebbe eventualmente discutere!
Sono un avvocato per formazione abituato al rispetto assoluto delle regole e la legalità deve essere la regola principale. Evidentemente si vuole governare con un consiglio eletto nell’assoluta illegalità.
Non basta evocarla la legalità, occorre invece difenderla e sostenerla anche quando gli effetti non sono di nostro gradimento perché
IN UNA COMUNITÀ CIVILE LEDERE IL DIRITTO DI UNO SIGNIFICA LEDERE IL DIRITTO DI TUTTI”