Catania, ispettore frasi su Facebook contro immigrati ci manca Hitler

Alcuni post su Facebook sono stati oggetto di durissime critiche da parte dell’intero mondo politico.

Un ispettore della polizia siciliano ha pubblicato delle frasi shoccanti contro gli immigrati che sono state lette da alcuni suoi colleghi che hanno denunciato il tutto alla Procura.

Le frasi incriminate sono tutte contro gli immigrati ed in particolare sono state oggetto di denuncia quelle nelle quali l’ispettore di polizia, Gioacchino Lunetto, ha dichiarato che gli manca Hitler e poi contro gli immigrati ha aggiunto che bisogna “bruciarli vivi o rimpatriarli o buttarli a mare”.

Sulla vicenda è intervenuto il Questore di Catania, Marcello Cardona, che ha reso  noto che il comportamento di Gioacchino Lunetto è al vaglio degli inquirenti e che presto saranno prese le opportune misure  contro l’ispettore di polizia.

Altri post della pagina Facebook di Gioacchino Lunetto sono al vaglio degli inquirenti in particolare alcuni nei quali inneggia Mussolini con il seguente messaggio:  “Dovrei odiare Mussolini? Io non odio chi ha dato tanto onore alla patria” in un altro invece l’ispettore pubblica frasi contro il presidente della Camera Boldini e l’ex ministro dell’esecutivo Letta, Kyenge: “Avvisate la Kyenge e la Boldrini. Dite loro che i loro amici, ospiti non invitati a casa nostra, sono dei selvaggi, bestie da sopprimere quantomeno per la mancanza di rispetto nei confronti degli italiani”.

Le risposte di alcuni politici, alle affermazioni da parte dell’ispettore di polizia di Catania, non si sono fatte attendere.

L’onorevole di Sinistra Ecologia e Libertà, Erasmo Palazzotto, ha così commentato i posti dell’ispettore di polizia di Catania pubblicati sulla sua pagina Facebook: “Che un funzionario della Polizia di Stato si esprima in questo modo vergognoso è inammissibile. Le sue farneticazioni sono incompatibili con il giuramento prestato alla Repubblica italiana e alla Costituzione”.

La pagina Facebook di Gioacchino Lunetto è stata chiusa ed i posti che sono oggetto di attenta analisi della questura di Catania risalgono a settembre scorso.

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Lorenzo Costantino