Stamina, arrestato Andolina 13 mila euro per curare malati Sla e leucemia
Dopo il patteggiamento dell’ideatore della cura stamina, Davide Vannoni, ad un anno e dieci mesi di carcere, anche il suo vice Marino Andolina è stato fermato dalle forze dell’ordine.
Il medico triestino, dopo l’arresto e il patteggiamento di Davide Vannoni, ha continuato a somministrare le cure a base di cellule staminali ad alcuni malati di leucemia, di Sla e di Sma.
Il metodo stamina è stato al centro di accese discussioni, però non è mai stato dimostrato che potesse determinare benefici ai numerosi malati che erano sottoposti alla cura.
Il costo, però, della somministrazione delle cellule staminali era altissimo, poteva arrivare anche a 13 mila euro.
Gli inquirenti hanno provveduto ad arrestare il dottor Marino Andolina perché, nonostante il metodo stamina fosse stato vietato dalle autorità italiane, ha continuato le cure a diversi pazienti.
Gli investigatori hanno reso noto che sono coinvolte nelle indagini anche altre persone quali Stefano Bianchi e la sua fidanzata Monica Salvi rispettivamente di Rho e Brescia, Ivana Voldan e Erri Cippini quest’ultimo medico chirurgo di Brescia.
La Procura di Brescia che ha condotto le indagini ha reso noto che i provvedimenti restrittivi si sono resi necessari perché le cure a base di cellule staminali erano:
“non autorizzati, non sperimentati clinicamente, privi dei prescritti requisiti di efficacia, sicurezza e qualità e potenzialmente pericolosi per la salute”.
Subito dopo la notizia dell’arresto, il dottor Vannoni, ha reso noto di non essere a conoscenza dell’attività medica del suo vice Marino Andolina e di non sapere nulla che lo stesso continuasse le cure con il metodo stamina su alcuni pazienti.