Elio Germano e Er Piotta in aiuto ai rom contro i pregiudizi
Elio Germano e Piotta hanno girato un video per sostenere un’associazione, Accogliamoci.it che punta a eliminare i campi rom per dare loro un’accoglienza migliore e che vuole la riforma della accoglienza che Roma riserva ai nomadi.
Il video girato dai due artisti intende partecipare e dare il suo contributo ad una raccolta firma per realizzare, appunto un’accoglienza migliore e più dignitosa.
Questa associazione è sostenuta da Radicali Roma, Arci, Asgi, Associazione 21 luglio, A buon diritto, Cir,oltere che da Khalid Chauoki, Pippo Civati, Emma Bonino, Alessandro Capriccioli, segretario dei Radicali romani, con l’appoggio di Ignazio Marino, sindaco di Roma, l’assessorato alle Politiche sociali e molti altri.
Il video che ha come protagonisti Elio Germano e Piotta ha avuto numerosissime visualizzazioni e vede i due impegnati in un faccia a faccia sull’argomento caldo dei rom e della loro presenza nella capitale.
L’attore Elio Germano, nel video impersona la parte di Roma che non vuole i nomadi e alla domanda che gli viene rivolta su quanti siano i nomadi a Roma , lui risponde “troppi” mentre alla stessa domanda Piotta dice che sono meno che nelle altre nazioni.
E mentre Piotta continua sulla sua linea di pensiero portando a sostegno numeri certi quali le percentuali di nomadi che hanno la cittadinanza italiana piuttosto che i rom impegnati con un lavoro regolare: « …quattro rom su cinque lavorano e studiano», Elio Germano continua a sostenere la difficoltà della convivenza ma ogni sua parola e frase e considerazione viene puntualmente smontata da Piotta che porta , dal canto suo, numeri e dati certi.
Quindi Piotta asserisce che in Italia ci sono 180 mila rom, dunque lo 0,25% della popolazione italiana, una percentuale molto bassa se paragonata a quella delle altre nazioni e di questi solo uno su cinque vive nei campi.
Il video fa parte della campagna “Accogliamoci” che intende raccogliere firma per garantire un’esistenza dignitosa ai Rom che arrivano a Roma.