Vladimir Putin non si ferma e rivendica, per conto della Russia, un territorio vasto quanto il Sudafrica.
La Russia ha avanzato alle Nazioni Unite un’istanza nella quale ritiene di avere la sovranità su più di un milione di chilometri della superficie artica.
La rivendicazione da parte di Vladimir Putin è avvenuta perché da tempo gli scienziati russi effettuano su quel vasto territorio delle ricerche scientifiche soprattutto volte alla ricerca di idrocarburi.
Non è la prima volta che la Russia rivendica alle Nazioni Unite una bella fetta di territorio del Polo Nord.
Già nel 2001 fu presentata dall’ex Urss un’istanza nella quale si rivendicava alle Nazioni Unite la proprietà di quel vasto territorio.
La Russia rivendica la sovranità di circa 1,2 chilometri di Artico perché i tecnici delle più grosse società di idrocarburi sovietiche hanno scoperto che, al di sotto del mare Glaciale, ci sono immense quantità di idrocarburi che, se estratte, produrrebbero una grossissima ricchezza al paese.
Ma quel pezzo di Artico è conteso anche da altre nazioni che si affacciano sul Polo Nord come il Canada e gli Stati Uniti d’America che sono vicinissime alla zona dell’Alaska.
Anche nazioni del Nord Europa, quali Norvegia e Danimarca, da anni rivendicano la proprietà di parte dell’Artico.
Secondo alcune stime, l’Artico è una miniera d’oro ancora inesplorata con il 13% di giacimenti di petrolio non ancora estratti e il 30% della giacenza mondiale di gas naturale.
Avere la sovranità sull’Artico significherebbe poter dettare legge nel mondo per la distribuzione di petrolio e gas naturali a discapito dell’ambiente che, con le trivellazioni, inesorabilmente verrebbe alterato fino alla distruzione dell’attuale ecosistema marino e terrestre.