Sul taglio delle tasse è intervenuto il titolare del dicastero dell’Economia Pier Carlo Padoan che ha rilasciato le seguenti dichiarazioni: “Riduzione tasse deve andare di pari passo con la riduzione della spesa in un programma 2014-2018 che prevede tagli di tasse in diverse aree che vanno viste nel loro insieme: c’è una sequenza, e c’è una cifra complessiva. Si è cominciato dagli 80 euro, una questione di equità sociale. Poi tasse le tasse sul lavoro, dall’Irap al sostegno alle assunzioni, per far crescere occupazione e aiutare le imprese a assumere”.
La tassazione sulla casa negli ultimi tre anni è in constante aumento e, secondo uno studio del Codacons, avrebbe avuto un incremento del 177%.
Una percentuale altissima che ha provocato un esborso da parte delle famiglie italiane nel triennio 2011-2014 di oltre 16 miliardi di euro.
Il problema della tassazione sulla casa è al centro della discussione politica.
Il premier Matteo Renzi ha più volte ribadito che, con la legge di stabilità che sarà presentata entro il prossimo 30 settembre, il governo ha intenzione di abolire l’Imu e la Tasi sulla prima abitazione.
Il Codacons in queste ultime ore ha reso noto i dati su quanto gli italiani versano per la casa.
Si è passati, secondo il Codacons, dai 9 miliardi versarti dal 2011 ad oggi dagli italiani ai 25 miliardi del 2014.
La nota associazione dei consumatori fa notare che in soli 3 anni l’incremento della tassazione sulla prima casa è stato altissimo.
Carlo Rienzi, presidente del Codacons, ha così commentato la costante crescita della tassazione sulla casa in questi ultimi anni: “Sul banco degli imputati vi sono l’Imu e la Tasi, che hanno portato non solo ad una forte crescita della tassazione sulla casa, ma anche ad un maggior esborso a carico di chi possiede abitazioni di basso valore”.
Il presidente del Codacons ha dichiarato che è d’accordo con taglio dell’Imu e della Tasi: Siamo senza dubbio favorevoli alla totale eliminazione dell’Imu e della Tasi, tasse ingiuste e discriminatorie ma il vero problema è quello delle coperture: le due imposte, infatti, garantiscono entrate superiori ai 25 miliardi di euro annui. Se i Comuni vengono privati di tale risorsa, e se dallo Stato centrale non arriveranno soldi sufficienti a coprire il “buco” prodotto dalla cancellazione di Imu e Tasi, le amministrazioni comunali reagiranno aumentando la tassazione locale, come sempre avvenuto negli ultimi anni”.