Dormire poco è una brutta abitudine da evitare.
Il sonno rigenera il fisico e la mente e consente di essere più forti contro le malattie.
Dormire almeno otto ore consente al fisico di essere riposato e pronto ad affrontare una nuova giornata.
Il sonno rigenera e questo lo sappiamo tutti.
Dopo una buona dormita ci si sveglia, o almeno così dovrebbe essere, riposati e pronti per affrontare un nuovo giorno.
C’è chi, invece, al sonno dedica pochissime ore e, inevitabilmente, è sempre stanco, stressato e raffreddato.
Il minimo di ore da dedicare al sonno per notte è sei ore, se si dorme meno le conseguenze negative si avvertono tutte.
Se queste affermazioni fino a poco tempo fa erano solo idee vaghe o semplici intuizioni frutto di esperienza ora sono suffragate da risultati di ricerche importanti.
La University of California di San Francisco, alla fine delle sue ricerche, ha così concluso: le ore giuste da dedicare al sonno notturno non devono essere mai meno di sei.
Se il sonno per notte dura meno di sei ore diventa molto alto il rischio di ammalarsi per forti raffreddori.
Dunque, chi dorme poco si ammala 4,2 volte di più di chi dedica al sonno le ore giuste.
Lo studio portato avanti dalla University of California di San Francisco ha studiato 164 volontari che sono stati esposti al virus del raffreddore per una settimana e che dedicavano al sonno le ore stabilite dal gruppo di ricerca.
Aric Prather, uno dei ricercatori ha così dichiarato: “Lo scarso sonno è stato più importante di qualsiasi altro fattore nel prevedere la probabilità di raffreddarsi”.
I responsabili di tale conseguenza sonno-raffreddore sono i linfociti T.
I linfociti T sono quelle cellule che permettono o meno di contrarre il raffreddore.
Nella lotta contro il raffreddore un ruolo importantissimo lo svolge anche lo zinco che è in grado di ridurre del 34 per cento il sintomo del naso otturato, del 37 la congestione nasale, del 33 la gola irritata, del 46 la tosse, del 22 gli starnuti, del 54 per cento i dolori muscolari.
Questo studio è stato, in seguito, pubblicato su BMC Family Practice.