Il tempo delle indecisioni è finito ora bisogna fare sul serio così ieri ha tuonato il nuovo segretario del Partito Democratico Matteo Renzi riferendosi all’esecutivo Letta.
Ci sono troppi problemi da risolvere sui quali al momento sono solo stati dette parole, troppe parole.
I lavoro latita i dati che ogni giorno sono diffusi sono impietosi ogni giorno vi è sul web la notizia che il made Italy perde colpi ed anche aziende notissime sono sull’orlo del fallimento.
Altra nota dolente dell’esecutivo Letta è quella di non aver apportato le dovute modifiche alla riforma pensioni della Fornero ritenuta da tutto il mondo politico in parecchi punti molto lacunosa.
In verità qualcosina di impercettibile si è fatta con la nuova legge di stabilità con la rivalutazione delle pensioni fino a duemila euro mensili e soprattutto per gli esodati, categoria creata dalla attuale riforma Fornero, 20.000 dei quali con la nuova finanziaria del 2014 è stata data la possibilità di accedere alla tanto sospirata pensione.
Sicuramente il dibattito sulle pensioni resta accesissimo.
Ultimo autorevole esponente che ha nei giorni scorsi ha rappresentato il suo progetto è il Ministro del Welfare Enrico Giovannini che ha rilanciato l’idea del prepensionamento tanto cara al Presidente della commissione lavoro Damiano.
Il Ministro ha ribadito la necessità che in questo paese c’è bisogno del ricambio generazionale e cioè che non si può attendere il compimento del sessantaseiesimo anno di età per andare in pensione e creare ipoteticamente così nuovi posti di lavoro con la crisi che attanaglia l’Italia oramai da più di due anni.
Il sistema proposto da Giovannini prevede che con il cosiddetto “prestito pensionistico” un lavoratore anche se al momento non occupato possa richiedere di accedere alla pensione già a sessantadue anni di età ma avendo una decurtazione dell’emulamento mensile dal 10 al l5% che dovrà essere restituito alla fonte al momento del compimento del sessantaseiesimo anno di età limite minimo per accedere all’effettiva pensione nella stessa percentuale prevista come decurtazione.
Il progetto, al quale si sono dichiarati diversi esponenti politici tra i quali anche Guglielmo Epifani possibile prossimo Ministro del Lavoro se Letta come sembra voglia il rimpasto dell’attuale esecutivo, permetterebbe anche con un sacrificio economico ai lavoratori precoci e usuranti e soprattutto alla categoria degli esodati di poter accedere alla tanto sospirata pensione.
Il “prestito pensionistico” potrebbe essere un’ottima soluzione anche per i quota 96 del comparto scuola che solo per un errore di valutazione della riforma Formero al compimento di sessantunesimo anno di età e trentacinque anni di contributi al momento non sono riusciti ad accedere alla tanto sospirata pensione.
L’incomprensione nasce che la riforma Fornero ha stabilito che il compimento dell’anno contribuito è alla fine di ogni anno solare non come previsto nella precedente riforma nel comparto scuola alla fine dell’anno scolastico e cioè al 31 agosto di ogni anno.